lunedì 15 luglio 2024
Meloni a Napoli firma il protocollo per la riconversione dell'area in un «moderno polo turistico balneare e commerciale che sia all'altezza della città». De Luca: «Sono fondi regionali »
A Bagnoli 1,2 miliardi di investimenti per trasformare il quartiere simbolo

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«Trasformare un’area inquinata e abbandonata, che è stata un simbolo di incapacità delle istituzioni» in «un moderno polo turistico balneare e commerciale che sia all’altezza di quella straordinaria città che è Napoli». Questa è la «sfida» che Giorgia Meloni ha lanciato da Bagnoli. La presidente del Consiglio lo dice chiaro e tondo, nell’Auditorium di Porta del Parco, durante la cerimonia di firma del protocollo di intesa tra il governo e il commissario straordinario di governo per la bonifica di Bagnoli, il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. Un protocollo «per la celere realizzazione degli interventi inseriti nel programma di risanamento ambientale e rigenerazione urbana del comprensorio Bagnoli-Coroglio».

La premier ha portato in dote 1,2 miliardi di euro: al netto degli altri fondi già a disposizione (480 milioni stanziati nel 2020) dovrebbero più che bastare a chiudere la partita di una bonifica partita trent’anni fa e non ancora chiusa, e farlo in modo «celere», appunto. Ma su Bagnoli il condizionale è sempre d’obbligo, tanti sono stati in questo ultimo trentennio i progetti annunciati e poi naufragati. Con la premier, c’era Raffaele Fitto, il ministro con le sue deleghe agli Affari europei, alle Politiche di coesione, al Sud e al Pnrr.

«Stamattina accade qualcosa di molto importante per Napoli, la Campania e per il Sud nel suo complesso», ha detto Meloni, che ha rimarcato come i piani per il risanamento dell’area in cui sorgeva l’Italsider, «che si sono susseguiti per oltre 30 anni, non hanno ottenuto i risultati sperati, per usare un eufemismo. Oggi – ha rivendicato la premier −, le istituzioni, lo Stato sono a Bagnoli e decidono di mettere la faccia su un problema annoso. Penso che la vera politica debba sfidare sé stessa sugli obiettivi difficili, non su quelli facili. È l’unico modo per dimostrare che i politici non sono tutti uguali». Rivolgendosi ai comitati e ai centri sociali che hanno manifestato il loro dissenso in mattinata, ha poi aggiunto: «Li capisco: qui, tante promesse sono state fatte e poi tradite. Ma direi loro di darci la possibilità di dimostrare che le cose possono cambiare».

Meloni ha poi riservato una stilettata al M5s, pur senza mai menzionarlo. «A chi pensava che questi territori fossero spacciati, che non avessero speranza, che si potessero solo mantenere nella loro condizione con l’assistenzialismo, dimostreremo che si sbagliava di grosso e che si può fare molto altro, in modo diverso. Il Mezzogiorno ha bisogno di strumenti che consentano di competere ad armi pari, di dimostrare il suo valore e il suo merito».

«Noi ci auguriamo che questa sia la volta buona – ha dichiarato il sindaco Manfredi –. Sono convinto che finalmente riusciremo, in tempi molto rapidi, a completare il recupero di quest’area, che è fondamentale per la città, avviando anche gli investimenti privati. Con la copertura finanziaria, possiamo far partire i lavori su tutto: dalle bonifiche alle infrastrutture». Manfredi ha fissato anche una data per la conclusione dell’operazione-bonifica: il 2031. Il sindaco di Napoli ha consegnato al governo un corposo dossier correlato di cifre e tempi di esecuzione dei progetti. Ecco come saranno ripartiti i fondi ricevuti: 56,4 milioni per completare le bonifiche a terra (per le quali già sono in campo 469 milioni); 253 milioni per le infrastrutture; 629 milioni per la bonifica a mare; 158 milioni per la realizzazione del waterfront; 122 per il Parco urbano.

Immancabile, infine, l’ennesimo capitolo della polemica infinita tra il governatore campano, Vincenzo De Luca, presente alla cerimonia, e il governo. Anche ieri le schermaglie non sono mancate tra De Luca, Meloni e Fitto.

Il primo atto è stata la stretta di mano tra il governatore campano e la premier. «Sono il civile De Luca», è stato il saluto di De Luca, che ha sfoderato tutto il suo sarcasmo a due mesi dal saluto che Meloni gli riservò in occasione della visita a Caivano. Quel giorno, la presidente del Consiglio si presentò come «quella stronza della Meloni», rispondendo a quanto detto su di lei proprio dal governatore mesi prima in Transatlantico.

Durante la cerimonia, il governatore ha raggiunto − con aria visibilmente contrariata − il palco per la foto con i rappresentanti istituzionali (Meloni, Manfredi, il ministro Fitto), invitato proprio dalla premier e dal suo ministro.

«C’è chi caccia i soldi e chi fa le cerimonie, e quindi io ho voluto partecipare anche a questa bella cerimonia, essendo il principale cacciatore di soldi», ha detto poi De Luca ai giornalisti, intestandosi i 1,2 miliardi di euro stanziati dal governo, attingendo ai 6 miliardi di euro del Fondo sviluppo e coesione destinati alla Campania.

I cittadini, intanto, aspettano. «Chiediamo la rimozione della colmata e la restituzione ai giovani e ai meno giovani del territorio di Bagnoli, dell’area balneabile e della linea di costa. Negli anni ci sono state solo passerelle, e non ne vogliamo più», avverte Umberto Villa, uno dei manifestanti. Trenta anni di attese su Bagnoli che pesano.

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