sabato 11 febbraio 2017
L'Autorità anticorruzione chiede ai Monopoli di revocare la concessione.
 Cantone: commissariare le società di Corallo, il re delle slot in carcere
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L’Anac guidata da Raffaele Cantone ha chiesto al prefetto di Roma di commissariare la società Global Starnet (ex Bplus), concessionaria dell’azzardo che fa capo all’imprenditore catanese Francesco Corallo, il 're delle slot' arrestato lo scorso 13 dicembre nell’isola caraibica di Saint Marteen, con l’accusa di associazione a delinquere, peculato, riciclaggio, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte dovute sui 'giochi'.

Solo un primo passo perché il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione auspica che sia revocata la concessione alla società, più volte finita in vicende giudiziarie. Peraltro l’Agenzia dei Monopoli, come comunicato alla stessa Anac alla fine di dicembre, proprio dopo gli arresti decisi dalla Dda di Roma con l’operazione 'Rouge et noir' aveva avviato il procedimento di decadenza della concessione. Ma dopo quasi due mesi nulla è accaduto, e così Cantone ha deciso di proporre il commissariamento, ma, come detto, solo come primo passo verso un provvedimento definitivo.

Una vicenda sulla quale il ministero dell’Economia, come risulta ad Avvenire, ha acceso i riflettori, proprio in vista di una revoca che ormai appare quasi certa. Una vicenda lunghissima, contorta, piena di ombre. Oltretutto quello chiesto da Cantone sarebbe il secondo commissariamento della società. Il 24 settembre 2012 il prefetto di Roma aveva emesso un’interdittiva antimafia ma sospendendo gli effetti del provvedimento fino al 30 maggio 2014, in vista dell’annunciata vendita delle azioni della società. In tal senso era stato costituito un blind trust al quale conferire il 100% delle azioni per separare gestione da proprietà.

Contemporaneamente la società si impegnava alla nomina di un 'Ufficio del controllore' col compito di supervisionare le proprie attività. Un organo al quale, come sottolinea l’Anac, di fatto venne impedito di operare. Così il 21 luglio 2014 la Prefettura comunicò l’avvio della procedura di commissariamento e il 7 agosto dispose la misura di straordinaria e temporanea gestione delle attività della concessionaria. Ma la società di Corallo non si è arresa facendo ricorso al Tar che il 10 dicembre 2014 ha accolto le tesi dell’impresa annullando il commissariamento. Decisione confermata un anno dopo dal Consiglio di Stato che però nella propria sentenza sottolineava che «sussistevano in questa vicenda, comunque, plurimi elementi per non affidare la concessione o revocarla».

Esattamente quanto ora auspica Cantone. Nel frattempo l’Agenzia dei Monopoli tornava alla carica chiedendo alla Global Starnet (ex Bplus) l’atto integrativo necessario per confermare la concessione. Un atto che prevede la non partecipazione o la decadenza nel caso in cui il titolare o il rappresentante legale di una società sia condannato o anche solo indagato per alcuni gravi reati. Era il caso proprio di Francesco Corallo ancora prima dell’arresto di due mesi fa. Forse anche per questo (è il sospetto dell’Anac) la società aveva preso tempo, comunicando di non essere intenzionata a sottoscrivere l’atto integrativo. Il 28 novembre scorso scatta l’operazione della Guardia di Finanza, con arresti e sequestri. L’accusa è di aver sottratto al fisco attraverso varie società offshore 85 milioni di euro fino al 2007 e altri 150 milioni dal 2008 al 2014 finiti su conti correnti a Saint Marteen, Curaçao e Santa Lucia, tutti riconducibili a Francesco Corallo.

«Lo Stato ricava dai giochi introiti fondamentali per i conti pubblici e lo fa attraverso regole fissate in Parlamento. Il settore funziona. Le società di Corallo hanno violato queste leggi con il reato di peculato. Prima evitando l’allaccio delle macchinette alla rete pubblica, poi con una pura evasione», aveva denunciato il procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone. Mentre il gip nell’ordinanza di custodia cautelare aveva parlato di «spregiudicatezza dei comportamenti » e di «totale dispregio delle regole della convenzione». Secondo l’Anac tutto questo fa ritenere molto concreto il rischio che tali comportamenti continuino. Per questo chiede un rapido commissariamento ma, visto il perdurare di gravi e reiterate inadempienze contrattuali, si dovrà arrivare al più presto alla revoca della concessione alla Global Starnet (ex Bplus). Ora la palla passa ai Monopoli e al ministero dell’Economia per chiudere una vicenda esemplare per gravità e negatività.

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