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La revoca della concessione, se ci sarà, certamente non sarà indolore. Il Consiglio dei ministri è prevista l’informativa del premier Conte sulla questione Autostrade slitta alle 22, anche per cercare in extremis un accordo nella maggioranza. Ma in una giornata che già si annunciava complicata per il governo, a rendere la strada ancora più in salita ci ha pensato una lettera, scritta il 13 marzo ma trapelata oggi, del ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli al premier Conte. Nel documento, infatti, il responsabile del Mit ricostruiva la trattativa con Aspi e illustrava anche il parere dell'Avvocatura di Stato. Togliere le concessioni ai Benetton può costare 23 miliardi allo Stato, la conclusione. «Credo sia opportuno sottoporre al Consiglio dei ministri la percorribilità della soluzione transattiva», l'invito del ministro dem al premier. La ministra De Micheli fondava la sua tesi appunto citando il parere dell'Avvocatura generale dello Stato del 19 febbraio, in cui si dice che la risoluzione «presuppone una rigorosa ponderazione di codesta amministrazione. Ciò, sotto il duplice profilo delle conseguenze economiche» e dell'esistenza stessa di «un prevalente interesse pubblico alla cessazione del rapporto concessorio, anche alla luce delle effettive prospettive immediate di immediato esercizio da parte di diversi gestori della rete autostradale».
Ma sulla linea da tenere con Aspi i partiti che compongono la maggioranza sono divisi. Iv e Pd sono per l'ingresso di Cassa depositi e prestiti. In particolar modo i renziani considerano la revoca un boomerang. E sul tavolo resta sempre l'ipotesi di un commissariamento. «Avviene - spiega il viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti (M5S) Cancelleri - attraverso la revoca di Aspi per cui non si perde neanche un posto di lavoro. La società continuerebbe a lavorare attraverso un commissario governativo. Dopodiché si mette al bando la concessione. Noi come M5s stiamo proponendo che Anas subentri solo nella parte di controlli di sicurezza». Nel frattempo, in una Borsa in calo, il titolo di Atlantia (che riunisce il cda straordinario per valutare la situazione) sale del 4,5% per poi ripiegare verso la chiusura a +1,23%. «È nostro dovere difendere Aspi ed Atlantia», dice il presidente di Edizione Mion.