sabato 6 luglio 2019
Il paradosso di una misura che tutti i partiti vogliono e nessuno approva. Il Forum delle famiglie: basta liti, si parta
Archivio Siciliani

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Ripartono annunci e promesse sulla famiglia ma i partiti di maggioranza vanno subito in rotta di collisione. Di scena è ancora la proposta di un assegno familiare unico per tutti i figli fino ai 26 anni di età, risfoderata ieri dal ministro della Famiglia Lorenzo Fontana (Lega). Un’idea accolta ieri in modo gelido dagli alleati Cinque stelle, che pure in linea di principio si dicono d’accordo. «Basta liti», esorta allora il Forum delle Famiglie chiedendo un tavolo di confronto in vista della manovra.

«Il governo lavora a un assegno unico che va dai 100 ai 300 euro per ogni bambino dai zero fino ai 26 anni: credo che in questo modo riusciremo a contrastare il calo demografico», ha annunciato Fontana. Una misura sulla quale «siamo politicamente d’accordo», ha commentato il viceministro all’Economia, Laura Castelli, aprendo però subito le ostilità: «Aspettiamo di leggere la proposta, che non abbiamo visto. Basandosi sulle dichiarazioni, da un rapido calcolo, considerata una platea di 15 milioni di residenti, l’assegno unico costerebbe tra i 18 e i 54 miliardi di euro», ha sottolineato Castelli, mentre il Movimento accusava il ministro leghista di «giocare a tombola». Controreplica: «Sorprendenti le dichiarazioni del M5s che l’11 aprile, alla Camera, ha votato per impegnare il governo a istituire l’assegno unico, esattamente la proposta del ministro Fontana. Chi gioca a tombola è il M5s, è un’idiozia dire che la misura costa 60 miliardi».

Per il Pd è intervenuto Stefano Lepri, il parlamentare che nella scorsa legislatura aveva a sua volta proposto l’assegno unico per i figli: «Apprendiamo che il governo sta lavorando su una proposta analoga. Ben venga questo nuovo orientamento, se questo significa aver messo da parte le diverse e confuse proposte arrivate finora. Purché si passi dagli annunci ai fatti, siamo pronti al confronto». Nelle scorse settimane a rilanciare le misure per la natalità era stato il ministro Luigi Di Maio: useremo i risparmi sul reddito di cittadinanza, aveva annunciato. Intanto, però, i fondi inutilizzati del reddito sono stati prosciugati per evitare la procedura Ue e lo stesso dovrebbe accadere nel 2020.

Il tema delle risorse è come sempre decisivo. Lo scorso anno in Italia sono nati circa 440mila bambini (il minimo storico da parecchi decenni): assicurare solo a loro 200 euro al mese costerebbe oltre un miliardo l’anno. Ma la misura assorbirebbe i bonus già oggi in vigore e potrebbe quindi costare un po’ meno. «Le famiglie sono stanche di assistere a litigi sulla loro pelle, in un clima da campagna elettorale permanente», ha commentato il presidente del Forum delle associazioni familiari, Gigi De Palo. «Se c’è la volontà politica, allora s’istituisca un tavolo tecnico con le famiglie e le opposizioni per fare un ragionamento serio sull’assegno unico. Dall’inverno demografico o se ne esce insieme o non se ne esce».

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