lunedì 1 febbraio 2016
Il ministro Poletti annuncia un assegno da 320 euro al mese per le famiglie povere con minori. Per le associazioni però i fondi sono limitati e non sono previsti strumenti per l'inclusione sociale. (F. Riccardi)
Piano povertà, le critiche dell'Alleanza
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Il ministro del Lavoro illustra il progetto del governo per il sostegno ai poveri assoluti, ma il cartello di associazioni riunito nell’Alleanza contro la povertà è critico: “Così ci si allontana da un vero Reddito di inclusione sociale”.Il piano dell’esecutivo si basa su un assegno da 320 euro al mese che verrà corrisposto a una parte delle famiglie in povertà assoluta, a cominciare da quelle con minori. Un intervento, ha spiegato lo stesso ministro, “vincolato alla sottoscrizione di un accordo tra cittadini e comunità locale, che avrà l'onere di prenderlo in carico”. A sua volta, “il cittadino aiutato dovrà impegnarsi a mandare i figli a scuola, ad accettare i lavori proposti e a intraprendere un percorso formativo". Le risorse per il nuovo strumento sono quelle previste dalla legge di stabilità - 600 milioni di euro quest’anno, 1 miliardo il prossimo - a cui verranno aggiunte per il 2016 quelle del Sia dello scorso anno, fino ad arrivare in pratica a 1,5 miliardi per ognuno dei due anni.Più nel dettaglio, il nuovo sussidio contro la povertà dovrebbe essere pari a circa 80 euro a testa al mese con una media per una famiglia di 4 persone (con minori) di 320 euro, ma con un tetto massimo di 400 euro al mese per le famiglie con cinque componenti e oltre, secondo quanto spiegano i tecnici del ministero del Lavoro. I criteri preferenziali per ottenere il sussidio in prima battuta potrebbero essere, oltre alla presenza di figli minori, l'essere madre single, la presenza di disabiliin famiglia, l'assenza di occupati e l'Isee a zero.

>> COS'È L'ALLEANZA CONTRO LA POVERTA', CHI PARTECIPALa legge delega si allontana dal cammino verso la reale introduzione di un reddito di inclusione sociale”, quel Reis per il quale si batte appunto l’Alleanza contro la povertà formata da Caritas, Acli, sindacati, conferenza delle Regioni e una trentina di associazioni. Sono tre i motivi di critica. “Primo, non è previsto il necessario incremento di finanziamenti. Così non ci si potrà neanche avvicinare prima del prossimo decennio al reperimento dei 7 miliardi indispensabili per realizzare il Reis”, spiega un comunicato. Il secondo rilievo, collegato, è che con questi finanziamenti “l’intervento riguarderà non più di 3 poveri su 10: tra 1,2 e 1,3 milioni di persone in miseria assoluta, appartenenti alle famiglie indigenti con figli minori, il 30% circa dei 4,1 milioni complessive di cittadini in povertà assoluta”. La terza critica riguarda il fatto che non sono previsti né finanziamenti né strumenti per “realizzare effettivamente strategie di inclusione sociale dei cittadini poveri attraverso il welfare locale” col rischio quindi che restino sulla carta.

>> I DATI CARITAS: POVERI RADDOPPIATI IN 7 ANNILa conclusione dell’Alleanza contro la povertà è che “Il Governo Renzi ha avuto il merito di costruire le condizioni affinché nel nostro Paese si possa gradualmente arrivare all’introduzione di una misura nazionale con il profilo del Reis. L’approvazione dell’attuale testo del disegno di legge delega, però, allontana l’obiettivo. L’Alleanza contro la Povertà in Italia ne chiede, pertanto, una profonda revisione, attraverso un ampio confronto pubblico tra Governo, Parlamento e soggetti sociali”.>> REDDITO DI INSERIMENTO SOCIALE, SOSTEGNO ALL'INCLUSIONE SOCIALE E REDDITO DI CITTADINANZA: COSA SONO?
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