Il ministro dell'Interno,
Angelino Alfano, torna ad affrontare la questione dell'
accoglienza dei migranti. Lo fa toccando due punti cardine: il
lavoro e la loro
distribuzione sul territorio.
"Dobbiamo chiedere ai Comuni di applicare una nostra circolare che permette di far lavorare gratis i migranti". E' il primo punto sottolineato da Alfano, al termine della Conferenza unificata Stato Regioni. "Invece di farli stare lì a non far nulla - ha aggiunto - che li facciano lavorare".
Non è un'invasione
"Dal primo gennaio al 4 maggio 2014 erano sbarcati sulle nostre coste 29.501 migranti; nello stesso periodo di quest'anno ne sono sbarcati 33.831, poco meno del
15% in più". Lo ha reso noto Mario Morcone, capo del
Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del
Viminale, nel corso di un'audizione davanti alla Commissione di
inchiesta sul sistema di accoglienza, identificazione e
trattenimento dei migranti. "Soltanto da sabato notte a ieri -
ha ricordato Morcone - ne sono sbarcati circa 7mila. È una
situazione molto impegnativa e in parte attesa: l'anno scorso
c'è stato il record di 170mila sbarchi, le proiezioni per
quest'anno portano a una stima simile o superiore", fino a
sfiorare i 200mila.
La spesa
L'anno scorso per l'accoglienza "abbiamo
speso poco meno di 630 milioni - ha ricordato Morcone - e
quest'anno probabilmente ne spenderemo di più". A livello di
fondi europei, nel conto vanno messi "10 milioni per i minori
non accompagnati e 3 milioni di finanziamento del progetto
Praesidium mentre i 310 milioni in sette anni dei fondi Amif
(per immigrazione, asilo e sicurezza interna, ndr) non sono
ancora disponibili. Su questi temi - ha riconosciuto il
prefetto - non è che la Commissione europea sia cattiva con
noi, è che dispiega una parte minore di budget che sarebbe il
momento di rivalutare".
"
Equa distribuzione tra tutti i Paesi dell'Europa e tra tutti i paesi dell'Italia: mi sembrano due principi sui quali nessuno possa essere contrario". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, al termine della Conferenza Unificata e prima del vertice sull'immigrazione previsto tra qualche ora.
"Credo che un criterio di giustizia debba valere per tutti: sia per i Paesi d'Europa, sia per le Regioni d'Italia - ha aggiunto il ministro -. Dobbiamo poi lavorare in Europa per la
protezione umanitaria: è una sfida che consentirebbe di fare andare negli altri Paesi europei coloro che sono beneficiari di protezione umanitaria".
La distribuzione dei profughi
Il sistema di accoglienza, ha spiegato il prefetto
Mario Morcone, capo del Dipartimento diritti civili e immigrazione del Viminale, "nasce e fa perno sulla decisione della Conferenza unificata del maggio 2014 che ha stabilito un passaggio
strategico: gli arrivi vengono distribuiti, in modo condiviso, tra le regioni in base alla popolazione residente. Questo meccanismo ci ha consentito di assorbire i 170 mila arrivi del 2014 ed oggi si tiene il nuovo confronto con il
ministro dell'Interno, Angelino Alfano, Regioni e Comuni".
Tre linee di accoglienza
Ci sono, ha proseguito il prefetto, "tre linee di
accoglienza: la rete Sprar (Sistema di accoglienza per
richiedenti asilo) che è la best practice (piccoli numeri
distribuiti su tutto il territorio), le vecchie strutture
nazionali (Centri di accoglienza, Cara) ed i centri temporanei.
Attualmente ospitiamo circa 85 mila persone. L'utilizzo delle
caserme non è nella mia filosofia".
L'esame delle richieste di asilo
Uno dei punti di criticità del sistema è rappresentato
dall'esame della richiesta di asilo. "Abbiamo raddoppiato - ha
sottolineato - le Commissioni, ora sono 40. La decisione può
arrivare dopo sei mesi, ma lo straniero può fare ricorso e la
decisione del giudice arriva dopo un anno-un anno e mezzo. Così
passano due anni e la legge prevede che durante questo periodo
il richiedente debba rimanere nella struttura".
Le reazioni: Acli critiche con Alfano
«La valutazione delle Acli è di sperare che si tratti solo di una boutade elettorale, altrimenti è una affermazione gravissima, perché non si possono saltare le norme che regolano il lavoro. Il terzo settore giustamente è attentissimo a non confondere e mantenere una netta differenza tra attività di volontariato e prestazione di lavoro. I comuni non possono che fare altrettanto». Così il presidente nazionale della Acli, Gianni Bottalico, in merito alle dichiarazioni del ministro dell'interno.