Continua e «deve continuare» la gara di solidarietà per aiutare il piccolo Alex, un bambino in cura a Londra per una grave malattia genetica rara. Per lui occorre trovare delle cellule staminali, provenienti da un cordone ombelicale, che siano compatibili. Ma in questo caso non è impresa facile. Una sacca di queste cellule, forse compatibili, è stata reperita in Italia, ma ancora si devono fare tutte le verifiche.
Per questo il papà, Paolo Montresor, chiede che si continui a cercare e lancia un appello affinché sempre più persone diventino donatori di midollo. «Abbiamo saputo anche noi dalla stampa della possibilità di una sacca, non abbiamo parlato con nessuno dall'Italia - precisa Montresor - e da quello che ci hanno detto qui però non c'è certezza sulla compatibilità finché non vengono fatti altri esami, che immagino saranno effettuati. È importante che chi può continui a iscriversi ai registri dei donatori di midollo, non lo dico per mio figlio ma per tutti i pazienti che sono in attesa. Chi diventa donatore lo fa per tutti i malati».
A dare la notizia della possibilità di una sacca da una donazione di cordone è stato ieri un comunicato del Centro Nazionale Trapianti, del Centro Nazionale Sangue e del registro nazionale italiano Ibmdr. «Se è vero è comunque un risultato preliminare - osserva il papà di Alex -. La nostra vicenda ha generato uno tsunami, e a questo punto è importante che continui a beneficio di tutti. Sarebbe bello che da una nascita venisse la speranza per nostro figlio, ma aspettiamo».
Il piccolo è affetto da Hlh (linfoistiocitosi emofagocitica): si tratta di una malattia genetica molto rara (colpisce lo 0,002 per cento dei bambini) che priva le persone che ne sono affette della perforina, proteina che consente al sistema immunitario di identificare e quindi combattere batteri e virus. È in cura con un farmaco sperimentale, che però ha una durata limitata. «Per ora risponde bene alla terapia - spiega Montresor -, speriamo si trovi un donatore per il trapianto, che eviterebbe che scoppi la "bomba atomica" della malattia».
Per trovare un donatore compatibile i camici bianchi londinesi hanno verificato nel British Bone Marrow Registry, il registro inglese dei donatori di midollo osseo, l'esistenza di un donatore compatibile. Ma la ricerca non ha ottenuto nessun risultato finora ed è stata estesa a tutti gli altri registri mondiali, tra cui l'Ibmdr con sede a Genova.
Anche la ricerca nel Registro italiano donatori di midollo osseo ha avuto esito negativo, ma è stata individuata una sacca di staminali ematopoietiche da cordone ombelicale che potrebbe essere adatta al trapianto ed è stata subito messa a disposizione dell'equipe inglese che sta seguendo il Alessandro. Altre tre sacche di cellule da cordone, ritenute appropriate per bimbo, potrebbero essere individuate in altri paesi e messe a disposizione. La valutazione finale sulla terapia da seguire spetta ai medici inglesi.
Le istituzioni italiane, Cnt, Cns e Ibmdr, oltre a seguire gli aspetti tecnici della vicenda, come sottolineano in una nota congiunta «sono vicini ai genitori di Alessandro che, in questi giorni, hanno lanciato un appello sui social italiani, raccolto da una delle associazioni di settore, l'Admo che da sempre promuove la donazione di midollo osseo e l'iscrizione al registro dei donatori». Ad oggi circa 400.000 italiani sono iscritti al registro donatori e ogni anno si contano circa 25.000 nuovi iscritti.
Gara di solidarietà
Lo «tsunami» scatenato dal padre del piccolo Alex, che cerca un donatore per un trapianto di midollo, ha investito l'Italia.
Sono centinaia in ogni regione i giovani che si sono messi in fila nelle iniziative organizzate o che spontaneamente si sono informati su come iscriversi al registro dei donatori. Una gara di solidarietà da Milano, dove già ieri si è registrato un afflusso massiccio, a Napoli, che deve continuare, sottolinea Pietro Montresor, per Alex ma anche per tutti gli altri pazienti.
A fare il punto sulla mobilitazione è la presidente dall'Admo Rita Malavolta. «È presto per dare dei numeri precisi, ma sappiamo - spiega - che in tutte le regioni oggi ci sono state centinaia di richieste. In Emilia Romagna, ad esempio, in 200 si sono iscritti e altrettanti hanno chiamato per avere informazioni. L'ordine di grandezza è questo ovunque. Se si pensa che in tutto lo scorso anno ci sono state 29mila iscrizioni, si capisce che c'è una forte impennata. Noi siamo contenti ovviamente, anche se vogliamo ricordare che una volta entrati nel registro si diventa donatori per tutti i malati, non solo per il piccolo Alessandro. Ogni anno in Italia servono circa 2mila trapianti, per lo più a bambini».