Non è solo il caporalato l’unica piaga dell’agricoltura pugliese. Negli ultimi tempi c’è stata una vera e propria recrudescenza di fenomeni criminosi che stanno mettendo a dura prova la vita e l’attività di coltivatori e contadini. Da Foggia fino alla punta del Salento si registra una preoccupante escalation dei furti nelle campagne di mezzi agricoli e macchinari, prodotti, fili di rame. Gli agricoltori sono spesso vittime di rapine a mano armata durante il duro e faticoso lavoro nei campi mentre non si contano gli assalti notturni alle aziende e i continui danneggiamenti dolosi a vigneti, frutteti e produzioni autoctone. Il volume d’affari complessivo annuale dell’agromafia è salito a 21,8 miliardi di euro con un balzo del 30% nell’ultimo anno, secondo i dati forniti dalla Coldiretti alla Commissione consiliare regionale speciale di studio e di inchiesta sulla criminalità organizzata in Puglia.
Delinquenza nei campi
L’illegalità diffusa continua a minare le aree rurali, mettendo anche a repentaglio in alcuni casi la vita degli agricoltori vessati e soggiogati da delinquenti senza scrupoli. A colpire e indebolire l’intero comparto agricolo ci sono furti e razzie di trattori, falciatrici e altri mezzi, pannelli fotovoltaici, gasolio, rame, prodotti e animali con un ritorno prepotente dell’abigeato. Le organizzazioni di categoria hanno da tempo lanciato l’allarme chiedendo alle istituzioni interventi e misure urgenti. «Stiamo registrando anche fenomeni estorsivi, chiaramente evidenziati dai numerosi tendoni e ceppi di uva tagliati – sottolinea Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Puglia –. Il fronte dell’illegalità è sempre più ampio e riguarda la proprietà fondiaria, le infrastrutture di servizio all’attività agricola e, non da ultime, le produzioni agricole ed agroalimentari». Molte masserie, pozzi e strutture sono state letteralmente depredate per i ripetuti furti di chilometri e chilometri di fili di rame che il più delle volte lasciano le imprese senza energia elettrica.
Lotta alle sofistificazioni alimentari
L’altra nota dolente è rappresentata dalle sofisticazioni. «L’olio extravergine di oliva pugliese – dice Angelo Corsetti, direttore di Coldiretti Puglia – è sotto continuo attacco da parte degli agropirati che “drogano” il mercato dell’olio di qualità. C’è purtroppo un mercato parallelo di prodotti agricoli provenienti da migliaia di chilometri di distanza, spesso sofisticati, spacciati per produzioni doc ». Anche la Cia, la Confederazione italiana agricoltori, ha fatto sentire la sua voce. «Il controllo del territorio attraverso sistemi di videosorveglianza e altre tecnologie ha un costo molto elevato, ma è una delle misure più concrete per scoraggiare almeno in parte i continui assalti di cui sono vittime gli agricoltori».