martedì 11 giugno 2024
Al Pellegrinaggio a piedi da Macerata, nella notte tra sabato e domenica, anche 1.500 volontari e un gruppo Unitalsi che ha assistito i malati in carrozzina per 28 chilometri
Un gruppo di volontari con i disabili all'arrivo a Loreto, dopo 28 chilometri di cammino

Un gruppo di volontari con i disabili all'arrivo a Loreto, dopo 28 chilometri di cammino - Fulvi

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Mai come quest’anno il pellegrinaggio a piedi da Macerata a Loreto, svoltosi nella notte tra sabato e da visto una presenza così attiva e diffusa del volontariato. Ai 1.500 giovani che si sono adoperati per garantire l’ordine e la sicurezza e il servizio di amplificazione e illuminazione durante i 28 chilometri del cammino notturno (oltre 60mila i partecipanti al gesto di fede proposto da Comunione e liberazione), si sono affiancati i quasi cento volontari con il compito di spingere a turno le carrozzine dei circa quaranta disabili che hanno partecipato alla marcia e di assisterli costantemente. Poi c’erano i medici e i sanitari, i conducenti delle ambulanze e dei pulmini di supporto per i camminatori che per la fatica o un malore non hanno potuto proseguire la marcia e, tra numerosi altri, una squadra di giovani che hanno montato e smontato le strutture alla partenza, presso il centro fiere di Villa Potenza, e all’arrivo, in piazza della Madonna a Loreto. Un’organizzazione imponente, guidata da Massimo Orselli, l’ingegnere anconetano che da più di 40 anni accompagna monsignor Giancarlo Vecerrica, vescovo emerito di Fabriano-Matelica e ideatore dell’iniziativa, nella gestione della complessa macchina del pellegrinaggio che si snoda tra le colline marchigiane, lungo strade di campagna, e attraversa centri abitati, al quale erano presenti, quest’anno, 60mila pellegrini provenienti da tutte le regioni italiane oltre che da Lisbona, Bucarest, l’Ucraina, la Francia, la Svizzera, il Perù.

Tra le figure “storiche” dei volontari c’è il maceratese Bruno Grassetti, impegnato a far funzionare il servizio di trasporto e assistenza degli invalidi e dei malati che si iscrivono al gesto di preghiera itinerante. “Per lavoro consegnavo farmaci all’Istituto di riabilitazione Santo Stefano di Potenza Picena, vicino a Loreto – racconta -, quando ho conosciuto l’Unitalsi, era il 1987, e da allora ho sempre collaborato anche con gli amici del pellegrinaggio. Quest’anno, in particolare, abbiamo portato alla Messa presso il Centro fiere una cinquantina di disabili, anche gravi, non tutti hanno però hanno potuto partecipare anche alla marcia. Con noi erano presenti pure una signora con la figlia disabile e un’amica con la sindrome di Down che hanno affrontato il viaggio in auto da Milano per venire al pellegrinaggio. Il nostro è un compito delicato che non si limita a condurre la carrozzina che significa comunque fatica, ma comporta – sottolinea Grassetti - soprattutto un rapporto con la persona che si assiste, una disponibilità all’ascolto, una immedesimazione alla sua condizione di disagio fisico e talvolta anche psicologico o psichico”.

I partecipanti alla 46esima edizione della marcia hanno avuto modo di conoscere, inoltre, il "Biscotto del pellegrino" prodotto in laboratori locali grazie all’iniziativa della Fondazione Opere Laiche lauretane. Il biscotto nasce dalla volontà di celebrare l’arrivo dell’Anno Giubilare 2025, con la collaborazione della Delegazione Pontificia di Loreto: la ricetta è stata ideata dall’istituto alberghiero "Einstein-Nebbia" e la produzione è stata affidata alla Cooperativa sociale Frolla, una pasticceria di Osimo, in provincia di Ancona, nata nel 2019 che impiega giovani lavoratori con disabilità. "Donare il biscotto ai pellegrini del Macerata-Loreto rappresenta un importante successo per la Fondazione e per tutti coloro che hanno partecipato alla sua produzione” afferma il presidente dell’ente, Federico Guazzaroni. Il prossimo obiettivo sarà la commercializzazione per la comunità, attraverso la Farmacia Santa Casa e tutti gli esercizi commerciali che ne faranno richiesta.

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