sabato 10 dicembre 2011
Il presidente della Camera, Gianfranco Fini non ha dubbi: «Gli emendamenti presentati sono numerosi e inducono a ritenere verosimile l'apposizione della fiducia». Tempi più lunghi per i tagli agli stipendi dei parlamentari: i relatori alla manovra e i gruppi che appoggiano il governo stanno pensando a un emendamento per posticipare il termine, fissato al 31 dicembre, entro il quale la commissione apposita dovrà adeguare i compensi dei parlamentari italiani a quelli della media europea.
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Governo e Parlamento lavoreranno oggi e domani per cercare le coperture alle correzioni richieste dalla maggioranza sulla manovra. Le modifiche che vorrebbe il Parlamento, tra alleggerimento Imu e intervento sul blocco delle pensioni, sono in questo momento nell'ordine dei 4-5 miliardi di euro. Una cifra enorme e per questo i tecnici lavoreranno anche su diverse possibilità nell'ambito delle misure individuate. L'obiettivo è quello di tarare le correzioni sulle risorse che alla fine saranno effettivamente reperite.La Commissione Bilancio della Camera ha per oggi terminato i lavori sulla manovra. Tornerà a riunirsi domani sera alle 20.30. Governo e relatori lavoreranno in quest'arco di tempo per verificare quali correzioni possano essere apportate. I temi sono stati individuati e si lavora ora essenzialmente sulle coperture. Il via libera della Commissione alla manovra dovrebbe arrivare lunedì. Circa il 30% degli emendamenti alla manovra, presentati alla Commissione Bilancio della Camera, non ha superato il vaglio dell'ammissibilità. «Considerato che il contenuto del decreto è molto eterogeneo, rispetto alle altre volte c'è stata maggiore flessibilità», ha dichiarato il presidente della Commissione Bilancio, Giancarlo Giorgetti, a margine dei lavori a Montecitorio. Governo alla stretta finale sugli emendamenti alla manovra. Il ministro dei Rapporti con il Parlamento,Piero Giarda, ha incontrato in mattinata, a Montecitorio, i rappresentanti di Pdl Pd e Terzo Polo per fare il punto sulle modifiche. Il vertice, durato più di due ore, è terminato con un «accordo sul metodo», ma non sul nodo delle risorse. «Sui quattrini il governo è ancora sulle sue, devono tornare i conti» per le coperture, confida Bruno Tabacci deputato dell'Api. Spetterà, ora, ai due relatori in commissione Bilancio (Pierpaolo Baretta per il Pd e Maurizio Leo per il Pdl) lavorare insieme al sottosegretario all'Economia, Vieri Ceriani, con "la supervisione del ministro" per chiudere la partita in tempi brevi, senza scontentare nessuno.L'obiettivo è inserire le modifiche principali in un unico emendamento al decreto ora all'esame delle commissioni Bilancio e Finanze della Camera che termineranno il lavoro entro lunedì, mentre martedì il testo è calendarizzato in Aula. I temi su cui si lavora sono quelli delle pensioni e dell'Ici, ma sono stati affrontati anche nodi che riguardano le province e i capitali scudati su cui «c'è qualche problema, ma il riferimento alla platea resta un punto fermo».Il ricorso al voto di fiducia resta sempre l'ipotesi più accreditata. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini non ha dubbi in proposito: «Gli emendamenti presentati sono numerosi e inducono a ritenere verosimile l'apposizione della fiducia».VENTURA: PENSIONE E ICI AL CENTRO, SI CERCANO RISORSE «Pensioni e Ici: sono questi i due punti che sono stati al centro della ricognizione generale che abbiamo fatto questa mattina. Il punto di svolta sarà quando il governo troverà le coperture». È quanto sottolinea l'esponente del Pd Michele Ventura, al termine della riunione sulla manovra tra il ministro dei Rapporti con il Parlamento Piero Giarda e alcuni esponenti dei partiti che sostengono l'esecutivo.VERSO EMENDAMENTO SU STIPENDI PARLAMENTARISi va verso un emendamento correttivo della misura sugli stipendi dei parlamentari. «L'emendamento potrebbe essere nostro o del governo», riferisce il relatore Pier Paolo Baretta (Pd), a margine dei lavori della Commissione Bilancio sulla manovra. «La Commissione Giovannini deve portare a termine il suo lavoro - dice Baretta riferendosi al gruppo che sta studiando l'equiparazione degli stipendi italiani a quelli europei - ma il punto è che il governo non può agire con un decreto ma è il Parlamento che lo deve recepire».Tempi più lunghi, quindi, per i tagli agli stipendi dei parlamentari. Secondo quanto ha riferito ai giornalisti il vicecapogruppo del Pdl alla Camera, Massimo Corsaro, i relatori alla manovra e i gruppi parlamentari che appoggiano il governo stanno pensando a un emendamento per posticipare il termine, fissato al 31 dicembre, entro il quale la commissione presieduta dal presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, deve adeguare i compensi dei parlamentari italiani a quelli della media europea.Sulla nuova scadenza, Corsaro ha detto che «lo slittamento non sarà lunghissimo, solo qualche mese». La norma in vigore prevede che sia il governo, tramite decreto, a decidere il taglio, ma con l'emendamento a cui si sta lavorando, la competenza passerebbe al Parlamento che, preso atto dei risultati della commissione, avrebbe il compito di procedere alla decurtazione dei salari di deputati e senatori.
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