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Sfileranno uniti i Radicali, domenica a Roma, dal carcere di Regina Coeli a piazza san Pietro. L’edizione 2016 della "Marcia per l’amnistia, la giustizia, la libertà" è fortemente condivisa dalle due anime degli eredi politici di Marco Pannella, le cui divergenze alla morte del leader storico sono state palesate dal XV Congresso.
Da una parte i fedelissimi al progetto originario del vecchio leader, guidati da Maurizio Turco e Rita Bernardini, con l’ala di “Nessuno tocchi Caino”, contrari a essere ingabbiati nella logica partitocratica con quello che risulterebbe un “partitino”. Dall’altra le nuove leve di Riccardo Magi, che si sono strette negli ultimi mesi della malattia al vecchio guru, intenzionate a incidere, specie a livello locale, come soggetto politico proprio in nome delle campagne pannelliane.
Ma la storica battaglia contro il sovraffollamento delle carceri e le difficili condizioni dei detenuti in Italia restano tra i temi fondamentali su cui il partito-movimento si ricompatta e cerca di tenere alta l’attenzione. Di qui la voluta coincidenza della manifestazione, intitolata a “Marco Pannella e papa Francesco”, con il Giubileo dei carcerati, e l’arrivo del corteo all’interno del Colonnato di Bernini previsto verosimilmente per il culmine della celebrazione.
In queste settimane proprio i radicali della vecchia guardia hanno cercato un dialogo anche con il nostro giornale, rivolgendosi al direttore Marco Tarquinio, con una lettera e una risposta dalle quali è scaturito un intenso dibattito su cosa significa battersi per la vita «senza intermittenze». Sulla necessità di umanizzare i luoghi di detenzione e riabilitazione dei carcerati i due mondi «sono in stereofonia», ricordano volentieri Turco e Bernardini, riprendendo le parole usate dallo stesso Tarquinio nella replica alla lettera del 20 ottobre scorso firmata dai rappresentanti del “Partito radicale nonviolento transnazionale e transpartito”. Come fu già con Giovanni Paolo II, più volte citato dai radicali per il suo impegno a favore dei detenuti, la grande e sentita attenzione di Francesco, culminata nel potente gesto di indire il Giubileo delle carceri, ha lasciato il segno. «La marcia – dice Bernardini – è il nostro modo di sostenere il Papa, che sul tema si è speso molto».
Ieri la ex-segretaria – da ventisei giorni in sciopero della fame per accendere i riflettori sul dramma dei detenuti – ha organizzato una conferenza stampa davanti alla sede della Rai di viale Mazzini, per protestare contro il servizio pubblico, accusato di non informare dovutamente i cittadini sulla Marcia. Con lei anche il tesoriere Maurizio Turco.
La manifestazione, comunque, ha avuto eco nel mondo politico, sindacale e dell’associazionismo, da dove arrivano diverse adesioni. Oltre a 40 parlamentari di diversi partiti (da Martino e Matteoli di Forza Italia, a Cicchitto di Ncd, da Verini del Pd ai capigruppo di Sel di Camera e Senato, Fratoianni e De Petris), anche la Cgil, le Acli e Libera.
E all’iniziativa dell’anima “lealista” dei pannelliani aderiscono convinti anche i "giovani" Radicali italiani, guidati da Magi. «Alla crisi della giustizia e al suo riflesso nelle drammatiche condizioni delle carceri italiane sono strettamente legate le nostre principali iniziative», sottolineano.