venerdì 13 dicembre 2024
Il Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura del Consiglio d’Europa punta il dito contro «l'uso eccessivo della forza» nei centri dopo aver visitato Milano, Gradisca, Potenza e Roma
«Trattamenti inumani e torture». Il rapporto-choc sui Cpr italiani

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È durissimo il giudizio del Consiglio d’Europa sui Cpr d’Italia. Non è una novità che si alzino voci di dissenso contro i Centri di permanenza per il rimpatrio ma è la prima volta che arriva un rapporto-choc dal Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura del Consiglio d’Europa, organizzazione internazionale non Ue con sede a Strasburgo. Migranti maltrattati e sedati con psicofarmaci, l’organo anti-tortura del Consiglio d’Europa, non usa mezzi termini e afferma di «aver riscontrato diversi casi di presunti maltrattamenti fisici e uso eccessivo della forza da parte di agenti di polizia». Inoltre, nel report si rileva «la pratica diffusa della somministrazione di psicofarmaci non prescritti e diluiti in acqua, come documentato nel centro di Potenza».

Secondo il documento redatto dopo la visita a quattro dei nove centri operativi in Italia : i Cpr di Milano, Gradisca d’Isonzo, Potenza e Roma tra il 2 e il 12 aprile, il Cpt ha avuto la netta impressione che «l’alto tasso di eventi critici e di violenza registrato all’interno dei Cpr sia stata una diretta conseguenza delle sproporzionate restrizioni di sicurezza, della mancanza di valutazioni del rischio individuale dei cittadini stranieri e del fatto che le persone detenute non avessero di fatto nulla per occupare il loro tempo».

La maggior parte dei maltrattamenti e di uso eccessivo della forza su cui il Cpt ha ricevuto denunce, corroborate da prove, si sono verificati durante “eventi critici” - tentativi di fuga, atti di vandalismo, proteste e disordini, nonché episodi di agitazione psicomotoria di singoli detenuti - che hanno richiesto l’intervento dei gruppi speciali interforze.

Il Comitato evidenzia di «essere consapevole che il compito delle unità d’intervento è spesso difficile e pericoloso e che l’uso della forza contro i detenuti potrebbe essere necessario nello svolgimento di tale compito», ma ritiene che gli interventi nei centri debbano avvenire in presenza di un’autorità pienamente indipendente sia dalle forze di sicurezza interessate sia da chi gestisce la struttura che abbia il compito di osservare e successivamente riferire sul modo in cui è stato condotto l’intervento.

La presenza di un’autorità di questo tipo, afferma Strasburgo, avrebbe un effetto dissuasivo nei confronti di chiunque abbia intenzione di maltrattare le persone detenute e faciliterebbe notevolmente l’indagine di eventuali maltrattamenti e la corretta attribuzione di eventuali colpe.

Inoltre, si legge nel rapporto, «la pratica di trasportare i cittadini stranieri in un Cpr ammanettati in un veicolo della polizia, senza offrire loro cibo e acqua durante viaggi di diverse ore, dovrebbe essere rivista». Più in generale, nella sua analisi, il Cpt é molto critico nei confronti della disposizione fisica e della progettazione dei Cpr, in particolare dell’ambiente carcerario, che potrebbe essere considerato simile a quello osservato dal Comitato nelle unità di detenzione che ospitano i detenuti in regime speciale.

Si tratta di «informazioni imparziali e incomplete» fanno sapere fonti dal Viminale. «In Cpr nessuna somministrazione impropria di farmaci» rispondono alle accuse del rapporto, sottolineando, da parte delle forze dell’ordine «professionalità, trasparenza ed equilibrio»-

Intanto le opposizioni chiedono al governo e in particolare al Viminale di riferire in parlamento. «Ora che anche il Consiglio d’Europa ha acceso i riflettori sugli abusi nei Cpr, Piantedosi non ha solo il dovere di rispondere a un’interrogazione precisa sul punto, ma anche affrettarsi a chiudere questi luoghi di tortura fisica e mentale» dichiara il segretario di Più Europa, Riccardo Magi.

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