mercoledì 16 ottobre 2024
Il ministro dell'Economia a Palazzo Chigi: non nuove tasse, misure per aiutare i redditi medio bassi, sacrifici per banche e assicurazioni. E il catasto non si tocca. Ora la parola al Parlamento
Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti

Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti - Stefano Carofei

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Alle 11 e 9 minuti le agenzie di stampa cominciano a mandare in rete il Giorgetti pensiero. Conferme e chiarimenti si accavallano nella conferenza stampa del mionistro dell'Economia. Pensioni? «Introduciamo un innovativo meccanismo di incentivazione alla permanenza in servizio su base volontaria con un incentivo significativo sul fronte fiscale». Banche? «C'è un intervento importante sulle banche e le assicurazioni: io lo chiamo sacrificio. Spero che ora abbiano capito tutti quello che intendevo quando ho usato questa parola nelle scorse settimane. I sacrifici li fanno le banche, le assicurazioni». Sanità? «È il solo capitolo della Manovra che non verrà ritoccato al ribasso, e anzi la spesa resterà invariata rispetto al Pil». E ancora: le strutture dei ministeri sono chiamate a «fare un importante contributo in termini di taglio, la chiamano spending review, è una riduzione media del 5 per cento delle spese correnti dell'amministrazione dello Stato». Giorgetti parla a palazzo Chigi. E spiega la Manovra approvata ieri in Consiglio dei ministri con parole e numeri. C'è attenzione all'Italia che ha più bisogno. «C'è attenzione - insiste Giorgetti - ai redditi bassi che avranno una situazione migliore...». Poi chiarisce: «Nessuno ha una situazione peggiore, non ci saranno nuove tasse, mi dispiace deludere le attese. Un capitolo decisivo riguarda le famiglie. C'è «una attenzione particolare alla famiglia con un nuovo sistema di calcolo che favorisca le famiglie numerose. Chiamiamolo quoziente familiare».

Famiglie e banche. Giorgetti spiega, il suo vice Maurizio Leo conferma e arricchisce. «Sulle detrazioni ci stiamo muovendo in una logica di quoziente familiare: moduliamo la detrazione sui figli e le fasce di reddito, sono due fattori che teniamo insieme con maggiori detrazioni nei limiti ora previsti». Leo spiega, Giorgetti insiste con i messaggi politici: «I pescatori e gli operai saranno contenti, qualcosa di meno credo le banche». Poi due parole sulla caute manifestata dall'Abi sulla manovra. «Le banche fanno bene ad essere caute». Di banche parla anche Antonio Tajani. Tra lei e Giorgetti ha vinto lei? «Ha vinto il buon senso. Forza Italia ha sempre detto che non bisognava aumentare le tasse, e il concetto di extraprofitti è un concetto da Unione Sovietica. Le banche dovevano fare la loro parte, ma grazie a un accordo fra il governo e gli istituti di credito e assicurativi, questo è avvenuto e siamo riusciti a mettere a disposizione 3,5 miliardi per la Sanità», dice il ministro degli Esteri. E aggiunge: «Si tratta di buon senso, perche' si possono ottenere risultati discutendo, parlando, senza imporre decisioni dall'alto. È un accordo fra governo e banche, senza alcuna azione punitiva. La cifra è stata concordata, si tratta di anticipazioni che permetteranno di avere liquidità. Sono meccanismi bancari tecnici che consentono di avere 3,5 miliardi, in parte costituiti da 970 milioni di assicurazioni. Tecnicamente si chiama stock option, e si tratta di imposte differite».

Si guarda avanti. Il rallentamento dell'inflazione - spiega ancora il ministro dell'Economia - «dovrebbe aprire la strada ad una riduzione dei tassi ancora più sensibile», dice ancora una volta con la testa alle classi più deboli del Paese. Ancora messaggi. C'è la conferma del canone Rai a 70 euro. C'è la conferma di una vera lotta all'evasione fiscale. Ora, la legge di bilancio inizia il suo iter di approvazione da parte delle due Camere. «Ho rispetto del Parlamento che è sovrano... Ma il Parlamento come il governo dovrà ricordarsi che oltre ai consueti vincoli c'è il nuovo vincolo che è posto dalla nuova governance europea e c'è un sentiero di spesa primaria netta che non può superare l'1,5 per cento annuo...». Parole nette. Ma intanto il dibattito è già iniziato. La manovra - spiega ancora Tajani - «mi soddisfa pienamente, vediamo adesso quando si andrà in Parlamento, se si potranno apportare altre migliorie e quali saranno i mezzi finanziari a disposizione ma voglio essere ottimista e se ci sarà possibilità noi continueremo a insistere affinché le aliquote Irpef possano scendere dal 35 al 33 per cento e allargare la piattaforma fino a 60mila euro»






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