mercoledì 16 ottobre 2024
Un'ora la settimana la piscina comunale viene riservata per permettere di fare sport in serenità alle donne straniere di religione islamica che lo hanno richiesto. Inclusione o ghettizzazione?
Il caso del corso di nuoto per sole donne musulmane a Figline Valdarno

Icp

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Polemica a Figline Valdarno (Firenze) per un corso di nuoto organizzato dalla Uisp rivolto a sole donne musulmane nella piscina comunale.

Un’ora la settimana la piscina resta riservata. «Una iniziativa – ha spiegato il presidente dell’associazione Marco Ceccantini – che nasce da una precisa richiesta» per fare sport in serenità.

Ma Lega e Fratelli d’Italia sono di parere opposto e parlano di «segregazione» e «ghettizzazione». «È un progetto che istituzionalizza l’apartheid per le donne musulmane. Una cosa orribile», attaccano in una nota congiunta l’europarlamentare Susanna Ceccardi e la capogruppo in Consiglio regionale della Toscana Elena Meini.

«Siamo di fronte all’ennesimo, orribile esempio di falsa integrazione, come è immediatamente evidente dal fatto, sbandierato, che ci saranno solo istruttrici e vasche blindate», poiché durante il corso l'impianto sarà riservato. Ceccardi e Meini attaccano direttamente il presidente Uisp Marco Ceccantini che aveva portato come esempio “Dubai”. «Davvero un modello da seguire, quello di una monarchia assoluta in cui vige la legge della Shari’a!», polemizzano.

Anche per il deputato del Carroccio, Andrea Barabotti, si tratta di «una follia», e di una proposta «incostituzionale e razzista», «chiediamo al Pd e al sindaco di fare un passo indietro, nel rispetto degli italiani e della Costituzione». Il sindaco di Figline, Valerio Pianigiani, si schiera a fianco della Uisp: «Questa iniziativa non limita i diritti di nessuno, anzi li amplia, perché mira a coinvolgere anche chi altrimenti resterebbe ai margini».

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