Sarà un festival dai temi forti, caratterizzato da immagini dure, a volte insostenibili. Ma definire questa Mostra del Cinema, che oggi apre i battenti per la settantesima volta, una kermesse cupa e austera sarebbe riduttivo. E fuorviante. Certo, violenza e famiglie disfunzionali, conflitti sociali e razziali, disagi personali e tragedie della Storia saranno una costante qui al Lido nei prossimi giorni, a dimostrazione del generale pessimismo che impregna i nostri tempi. Ma la selezione, a ben guardare tra le pieghe del programma, offrirà anche schegge di speranza e di dolcezza attraverso personaggi capaci di colpire al cuore. Prima di calarci nelle miserie dell’umanità, George Clooney, il divo più atteso di questa edizione, e Sandra Bullock ci condurranno alla deriva nello spazio profondo con
Gravity, il film di Alfonso Cuaron che stasera inaugurerà questa edizione del festival dopo una cerimonia che vede nei panni di madrina la modella e attrice Eva Riccobono. Una delle tendenze delle pellicole selezionate quest’anno, lo annunciava il direttore Alberto Barbera durante la conferenza stampa di presentazione, è quello della violenza sulle donne. Un dramma al centro di film come
Miss Violence del greco Alexandros Avranas,
La moglie del poliziotto del tedesco Philip Groning (il regista del bellissimo documentario
Il grande silenzio),
Child of God dell’americano James Franco,
Moebius del coreano Kim Ki-duk che farà sobbalzare la platea,
Unforgiven del giapponese Lee Sang-il (remake de
Gli spietati di Clint Eastwood),
Wolf Creek 2 dell’australiano Greg McLean,
The Canyons di Paul Schrader,
Ukraina is not Brothel di Kitty Green, documentario sul celebre movimento Femen. Attesi anche i fantaincubi
The Zero Theorem di Terry Gilliam con Christoph Waltz e Matt Damon,
Under the Skin di Jonathan Glazer con Scarlett Johansson nei panni di un’aliena mangiatrice di uomini, il cartoon
Space Pirate Captain Harlock di Aramaki Shinji e i documentari
Till Madness Do Us Apart di Wang Bing sui manicomi in Cina e
The Unknown Known: the Times of Donald Rumsfeld di Errol Morris, il celebre documentarista anti Michael Moore. Ma, come dicevamo, la Mostra del Cinema di quest’anno, aperta a sperimentazioni e contaminazioni, ci offrirà anche piacevoli boccate d’ossigeno, a cominciare dal fiabesco
L’intrepido di Gianni Amelio che ad Antonio Albanese ha affidato un personaggio chapliniano, dotato di uno sguardo davvero speciale sul mondo. Anche
Sacro GRA di Gianfranco Rosi, primo documentario italiano in concorso a Venezia, ci offrirà un viaggio visionario ai margini di Roma trasformando poeticamente luoghi e persone, ma in gara ci sarà anche
Via Castellana Bandiera di Emma Dante ambientato in una Palermo che si fa metafora di una situazione di stallo. Si ride, e parecchio, con
L’arbitro di Paolo Zucca e
Zoran - Il mio nipote scemo di Matteo Oleotto su un fallito (Giuseppe Battiston) che riscopre il senso della propria vita grazie a un parente inatteso, mentre
La prima neve di Andrea Segre racconta il romanzo di formazione di un ragazzino che grazie a un immigrato riuscirà ad elaborare finalmente il lutto per la prematura morte del padre. In
Che strano chiamarsi Federico, alla cui proiezione parteciperà anche il presidente Giorgio Napolitano, il regista Ettore Scola racconta Fellini mentre Andrzej Waida ripercorre la vicenda umana e politica di
Walesa, uomo di speranza, a partire da una celebre intervista rilasciata dal leader di Solidarnosc ad Oriana Fallaci. In
Summer 82 - When Zappa Came to Sicily di Salvo Cuccia la celebre rock star si dimostra un affettuoso padre di famiglia mentre
Still Life di Uberto Pasolini è la commovente storia di un uomo che per vent’anni si è occupato di assicurare una degna sepoltura alle persone che morivano sole, senza nessuno che le piangesse. Piacerà, infine, ai più piccoli
Amazonia di Thierry Ragobert che in chiusura di festival restituirà il fascino e il mistero della natura attraverso gli occhi di una scimmietta perdutasi nella foresta.