L’Italia trionfa al Festival di Berlino e non accadeva da 21 anni. Una vera e propria ovazione ha accolto ieri sera al Berlinale Palast l’Orso d’Oro ai fratelli Paolo e Vittorio Taviani per
Cesare deve morire, il film coprodotto da Rai Cinema girato nel carcere di Rebibbia con i detenuti della zona di massima sicurezza. A vincere l’ultima volta era stato Marco Ferreri, nel 1991, con
La casa del sorriso, prima di lui sono venuti Antonioni, Polidoro, De Sica e Pasolini. Particolarmente soddisfatto il presidente della giuria Mike Leigh. Commossi i Taviani salgono sul palco, mentre Nanni Moretti che distribuisce il film con la Sacher sorride dalla platea. «Speriamo che gli spettatori del film, al termine della proiezione – commenta Paolo Taviani – prima di tornare a casa, pensino che anche i condannati a pene molto gravi sono degli uomini. Grazie alle parole semplici e sublimi di Shakespeare, i prigionieri di Rebibbia per alcuni giorni straordinariamente intensi, vissuti con grande passione, sono tornati alla vita. A loro va il nostro saluto».«Siamo due – scherza Vittorio Taviani – e vi toccano due discorsi di ringraziamento. Permettetemi di fare i nomi di alcune persone che mentre siamo qui tra le luci, felici di essere insieme a festeggiare il cinema e i premi, rimangono nella solitudine della loro cella». E urla commosso i nomi degli attori protagonisti del film tra gli applausi di tutta la platea. Il Gran Premio della Giuria va invece a
Just the Wind di Bence Fliegauf che racconta una strage di rumeni, mentre l’Orso d’Argento per la regia premia il tedesco Christian Petzold per
Barbara, storia di una dottoressa che tenta di passare clandestinamente dalla Germania dell’Est all’Ovest. Migliore attrice la giovanissima Rachel Mwanza che in
Rebelle di Kim Nguyen interpreta una bambina soldato in Africa, mentre l’Orso per la migliore interpretazione maschile va al danese Mikkel Boe Folsgaard per
A Royal Affair di Nikolaj Arcel. Il film che racconta le conquiste sociali della Danimarca nel ’700, ha vinto anche per la migliore sceneggiatura. Il bellissimo Sister della svizzera Ursula Meier ottiene infine una menzione, ma a sorpresa, anche un Orso d’Argento speciale.