State zitti se potete e portate rispetto per chi vi ha condotto in cima al mondo. È questo il messaggio dell’ultimo grido silente - mimato con l’indice al naso - di capitan Maldini sepolto dai fischi, insieme a tutta la squadra di Ancelottti, dopo il clamoroso flop contro i bravi “crucchi” di Brema. Una debacle (da 2-0 a 2-2 in dieci minuti e tanti saluti all’Uefa) che sa di testamento dell’ormai superato ciclo rossonero (a -11 dall’Inter e un 3° posto a rischio), sempre che la bottega dell’antiquariato Galliani-Braida non continuino a insistere con la “vecchia guardia”. Questa ha reso il Milan la seconda squadra più titolata al mondo, ma «il passato - insegna Carofiglio - è una terra straniera ». Galliani sperava di pareggiare i conti con gli argentini del Boca Juniors in questa stagione e baldanzoso annunciava: «Ho sognato che nel 2009 il Milan raggiungerà il Boca a quota 19 Coppe». Missione fallita, prima ancora di provarci. Fuori dalla Uefa che era l’unica coppa mancante, anche se di consolazione, al punto che Ancelotti alla vigilia della gara con il Werder era costretto a giocare di fantasia: «Questo è un esame da Champions...». No-Champions e adesso no- Uefa. L’ambizione sfrenata del Milan si è infranta contro una squadra che sacchianamente è stata «padrona del campo e del gioco». Uno scenario per nulla inedito per i tifosi rossoneri che non conoscono il fascino discreto del «San Zero» interista, ma che nelle ultime due stagioni hanno visto trasformarsi il Meazza in un Bengodi. Nella passata stagione in campionato nella ex invalicabile tana del Milan, sono passate Roma, Siena, Samp e Atalanta e persino il piccolo Empoli, poi finito in B. Sconfitte interne pesanti che sommate a quelle esterne hanno portato all’esclusione da quella Champions in cui agli ottavi i rossoneri erano stati buttati fuori dal giovane Arsenal, che è ancora lì allo stesso punto. Un anno sabbatico dalla massima competizione europea doveva servire ai saggi del Milan a mettere tutta la loro esperienza al servizio dell’agognato progetto- scudetto e poi a conquistare la “coppetta” Uefa. Nel gioco dello scaricabarile il giorno dopo la disfatta, Galliani nel suo raid a Milanello per un faccia a faccia in famiglia, ha lanciato un sos alla squadra: «Adesso tocca a voi...». Slogan copiato dalla curva milanista che a nome dei 50mila abbonati rossoneri da tempo rivolgono lo stesso appello accorato alla dirigenza milanista. Specie al patron Berlusconi che manifesta stanchezza e lascia aperte le porte al solito sceicco Al Mansour che metterebbe sul piatto che piange 500 milioni di euro per regalarsi finalmente Kakà e tutto il cucuzzaro. Una cifra di tutto rispetto per pensionare mezza rosa di Ancelotti (forse allenatore compreso) e riportare l’età media della squadra in prossimità di un accettabile e futurista linea verde. Intanto domani si torna in campo (contro la Samp) e non sono rose per Ance-lotti: Kakà e Ronaldinho restano in forte dubbio e non vanno meglio le cose per Seedorf e Ambrosini. L’olandese ha subito un forte trauma discorsivo alla caviglia destra: per lui è quasi certo il forfait. Ambrosini ha un risentimento all’adduttore. Gioco forza a Genova si vedrò un Milan “giovane”.