La tradizione va rispettata e per questo alla cena di Natale della Ferrari il presidente Luca di Montezemolo, martedì sera, ha preteso il classico menù emiliano romagnolo, scherzandoci pure sopra. «Adesso che non c’è più Todt (il contratto scade definitivamente il 31 dicembre,
ndr), possiamo finalmente mangiare la nostra
nouvelle cuisine» e via di battute e ricordi, inframmezzati da novità per il futuro, come il debutto della nuova monoposto, previsto tra l’11 e il 15 gennaio, ma anche l’arrivo di un nuovo sponsor sulla Ferrari: Tata, il colosso indiano, il cui marchio comparirà sulle rosse a partire dal 2009.In un mercato dell’auto che ha avuto una contrazione notevole, la Ferrari chiude il 2008 con bilanci record e Montezemolo rispolvera un vecchio detto: «Enzo Ferrari mi diceva negli anni ’70 che 1.500 “pazzi” che compravano una Ferrari, crisi o non crisi, li avremmo trovati sempre. Credo che, adeguando i numeri, 6.000 “pazzi” continueremo a trovarli, anche perché il mercato mondiale si è allargato e quindi ci sono più possibilità di vendite».Lo scenario peggiore che ipotizza è, al massimo, un blocco del turn over a fine 2009, nulla di più. Il lusso non soffre. La casa madre, la Fiat, non sta così bene. Ma senza il crollo mondiale, anche Torino avrebbe vissuto il migliore anno di sempre. E infatti mentre i competitors accusano cali del 40-50%, la Fiat cala ma non crolla: «Ma stiamo pensando di rinviare il lancio di nuovi modelli già pronti, aspettando momenti migliori. Di sicuro nel 2009 presenteremo la Fiat 500 Cabrio. Potrebbero slittare altre novità, Alfa Romeo 149 compresa». Ieri mattina la rettifica, pare dopo telefonata di Marchionne: «La 149 arriverà di certo nel nuovo anno».Dopo la parentesi economica, Montezemolo ha ricordato la stagione 2008, chiusa sul filo di lana da Massa che in Brasile è stato campione del mondo per 30 secondi, prima che Hamilton tagliasse il traguardo in quella quinta posizione che gli ha garantito il punto iridato: «Non abbiamo perso il mondiale all’ultima gara ma nelle 18 del campionato. Abbiamo fatto delle fesserie, penso a Singapore e a Budapest, quindi Massa ha perso per colpa nostra. Lui ha fatto quello che doveva: in Brasile ha vinto, fatto il giro veloce, la pole e aveva una pressione enorme. No, devo dire che Felipe ha fatto il massimo. Abbiamo avuto anche una metà stagione con Kimi Raikkonen che da un certo punto in poi è sembrato farsi sostituire da un suo amico che al volante non andava così bene. Per la prossima stagione spero ritorni al 100 per cento».Inevitabile un accenno ad Alonso e Hamilton: «Non fatemi dire niente di più - taglia corto il presidente della Ferrari -. Alonso potevamo prenderlo quando era alla Minardi, noi fino al 2010 siamo a posto coi piloti e non li cambierei con nessuno. Hamilton ha meritato di vincere, è un grande campione, poi la vita è lunga e chissà cosa succederà».Il 2009 sarà pieno di incognite: cambia tutto, motore per tre gare, gomme slick, e dunque ci saranno sorprese. Ma è al sommovimento in seno al mondo della F1 che Montezemolo allude: «Bene ha fatto la Fia, bene ha fatto Max Mosley a porre il problema dei risparmi. Ma puntavano al 2010, che è il dopodomani. Invece è nel 2009 che la crisi avrà i suoi effetti. Qui a Maranello, in luglio c’è stata la prima riunione di tutti i team che hanno dato vita alla Fota. C’è un bel clima, di unità. Abbiamo ottenuto questo risparmio sui motori, un 50%, già il prossimo anno. E dal 2012, col nostro piano, il 50% di risparmio riguarderà l’intero budget». La Fia ipotizzava il motore unico, soluzione che Maranello non avrebbe accettato: «Se fosse passato il motore unico, almeno 4, forse 5 case automobilistiche avrebbero detto addio. E intendo dire 4 o 5 oltre alla Ferrari. Cioè, quasi tutte».Meglio aver dato ascolto alla Fota. Giunge infatti la domanda: ma i vertici del circus, Bernie Ecclestone e Max Mosley, non sono la causa del lievitare dei costi? Montezemolo risponde: «Il tempo passa e tra qualche anno anch’io andrò in pensione. La crisi forse accelera un processo di rinnovamento che comunque si doveva affrontare. Conosco Ecclestone dal ’73, e penso che abbia fatto un grandissimo lavoro. Poi qualche anno fa litigammo, gli diedi dell’ingordo, per i ricavi divisi al 70% a lui e al 30% per tutti i team. Ora siamo a 50 e 50. Qualcosa dovremo fare ancora. Vediamo. Di certo è finito in F1 lo sport di mettere gli uni contro gli altri per governare».Poi, ciliegina sulla torta, sono stati i giornalisti a fare un regalo a Montezemolo: una pomata contro l’orticaria da stress e un guscio per il telecomando della tv: almeno quando lo scaglia contro il televisore, non lo rompe come ha fatto in Brasile. Di questi tempi, meglio risparmiare...