La scena è spoglia. Una serie di pedane mobili in legno diventano di volta in volta un chiostro, una prigione, un bosco, la sala delle udienze papali. Sullo sfondo la proiezione di gigantografie di particolari degli affreschi di Giotto e video. Una ragazza e un ragazzo vestono il saio, attorno a loro altri ragazzi, giovanissimi (l’età media non supera i 22-23 anni), attori e ballerini, sono in abito 'da lavoro'. Sono le prove per Chiara e Francesco, il musical. L’amore L quello vero, il nuovo spettacolo sui santi di Assisi che debutta sabato al Festival Francescano di Rimini per arrivare il 6 e il 7 ottobre al Teatro Lyric della città umbra prima di partire per un tour. Appoggiato al palco, il regista Oreste Castagna dirigendo con le mani lavora sul disegno di insieme, muove i personaggi e le masse mentre di cesello lima le singole battute. «Il lavoro con gli attori in questo spettacolo è, se possibile, ancora più importante del solito perché si devono mettere in gioco con il corpo e con lo spirito » spiega Castagna (volto noto della tv dei ragazzi come Gipo Scribantino della Melevisione) mentre i dieci ballerini provano le coreografie di Alberta Palmisano. Francesco è Massimiliano Varrese, giovane attore e ballerino con un lungo curriculum al cinema e in tv ( Carabinieri), Chiara ha il sorriso dell’esordiente Marina Murari, bella voce di soprano lirico leggero e lungo impegno nella christian music. «Lo staff degli autori è quello di Forza venite gente , Pietro Castellacci e Giampaolo Belardinelli – prosegue Castagna che torna a confrontarsi con temi francescani dopo la regia de L’infinitamente piccolo di Angelo Branduardi – ma rispetto al suo predecessore qui c’è più meditazione, più profondità.
Forza venite gente ha avuto molti meriti ma forse anche una prospettiva che privilegiava la gioia e l’allegria a discapito di altre dimensioni. Qui non abbiamo paura di sfiorare temi difficili come la libertà, la guerra o la morte». Ma c’è anche un’altra grande differenza: «Francesco e Chiara hanno parità di ruoli. Sono due giovani in ricerca e che vanno fino in fondo alle loro scelte radicali. Abbiamo cercato la verità emotiva dei personaggi, oltre l’iconografia più tradizionale. Ci siamo chiesti perfino come cammina Francesco… Non mettiamo in scena 'la' fede ma un racconto 'di' fede attraverso personaggi forti e carismatici. Uno spettacolo spirituale e laico, che parli e soprattutto possa provocare tutti senza distinzioni». Nell’idea di Castagna Chiara e Francesco è una sorta di musical al quadrato: «È una messa in scena che recupera in maniera esplicita le laude , ovvero la matrice francescana e giullaresca del musical moderno. Ma è anche un antimusical, volutamente spoglio in cui tutto è significativo e simbolico. La sfida che inseguiamo è dare messaggi importanti con un teatro popolare che non teme di confrontarsi con una ricerca sui segni e sui codici dell’epoca di Francesco, il teatro dell’arte e i linguaggi d’avanguardia». Tra Varrese e Murari l’affiatamento è così forte che alle domande rispondono completandosi a vicenda. «Interpretare Francesco è un sogno che si compie – racconta Massimiliano – Certo è un santo con un lungo passato nello spettacolo, ma per il 'mio' Francesco non ho voluto farmi condizionare da nessun modello. Piuttosto ho cercato il Francesco vivo, leggendone le biografie e seguendone le tracce nei luoghi e nei conventi da lui frequentati. E l’ho trovato a me vicino: era un ribelle che ballava e cantava per portare l’annuncio». Per Marina «Chiara è una ragazza che ha un sogno e insieme una donna matura e determinata. Un personaggio semplice perché semplicemente aperto».