“L’orchestra è un mondo. Ognuno contribuisce con il proprio talento. Per il tempo di un concerto siamo tutti uniti e suoniamo insieme, nella speranza di arrivare all’armonia”. Questa è la filosofia che anima gli spettacoli della Compagnia Superdiverso, composta da attori e danzatori abili e diversamente abili e diretta dalla regista Luciana Lusso Lusso.
Dal 10 al 12 giugno è in scena al Teatro Quarticciolo di Roma lo spettacolo “Il Concerto”, molto liberamente ispirato a “Le Concert” di Radu Mihaileanu. L’opera è realizzata nell’ambito del progetto “Il Superdiverso”, sostenuto da Roma Capitale, Dipartimento Politiche sociali e Salute, e vede in scena per oltre un’ora andranno gli attori e i danzatori della cooperativa sociale Superdiverso, ormai al 12esimo anno di attività.
![](https://www.avvenire.it/c//Spettacoli/PublishingImages/concerto3.jpg?width=620)
«L’arte è il tentativo dell’artista di rendere universale la propria visione del mondo, è rivelazione e la sua espressione non dipende certo dal sesso, dal colore della pelle, dalla conformazione fisica, dalla presenza o assenza di disabilità - spiega la regista-. Di solito i disabili vengono spinti a studiare le arti dello spettacolo per fini terapeutici o di sostegno psicologico. Il disabile non studia danza, ma “danceability”, non fa teatro, ma “teatro integrato . Noi per primi usiamo questi termini per motivi di comprensione, ma ci rendiamo conto che così facendo si scava un solco profondo tra il mondo dei normali e quello dei diversi. Il pubblico di uno spettacolo etichettato come “integrato” o “con la partecipazione di portatori di Handicap” ha l’idea di trovarsi alle prese con un prodotto di serie “B”».
![](https://www.avvenire.it/c//Spettacoli/PublishingImages/concerto4.jpg?width=620)
Il desiderio più grande sarebbe che le compagnie di teatro integrato fossero prese in considerazione, come già accade in Europa, in misura sempre maggiore e avessero le stesse opportunità che hanno le compagnie di teatro di inserimento e di circuitazione».