Dal 10 al 12 giugno è in scena al Teatro Quarticciolo di Roma lo spettacolo “Il Concerto”, molto liberamente ispirato a “Le Concert” di Radu Mihaileanu. L’opera è realizzata nell’ambito del progetto “Il Superdiverso”, sostenuto da Roma Capitale, Dipartimento Politiche sociali e Salute, e vede in scena per oltre un’ora andranno gli attori e i danzatori della cooperativa sociale Superdiverso, ormai al 12esimo anno di attività.
«L’arte è il tentativo dell’artista di rendere universale la propria visione del mondo, è rivelazione e la sua espressione non dipende certo dal sesso, dal colore della pelle, dalla conformazione fisica, dalla presenza o assenza di disabilità - spiega la regista-. Di solito i disabili vengono spinti a studiare le arti dello spettacolo per fini terapeutici o di sostegno psicologico. Il disabile non studia danza, ma “danceability”, non fa teatro, ma “teatro integrato . Noi per primi usiamo questi termini per motivi di comprensione, ma ci rendiamo conto che così facendo si scava un solco profondo tra il mondo dei normali e quello dei diversi. Il pubblico di uno spettacolo etichettato come “integrato” o “con la partecipazione di portatori di Handicap” ha l’idea di trovarsi alle prese con un prodotto di serie “B”».
Il desiderio più grande sarebbe che le compagnie di teatro integrato fossero prese in considerazione, come già accade in Europa, in misura sempre maggiore e avessero le stesse opportunità che hanno le compagnie di teatro di inserimento e di circuitazione».