Comunque vada a finire, il nostro calcio non perde occasione per far parlare di sè. Ovviamente male. Dopo l’improvvida dichiarazione di venerdi scorso di
Carlo Tavecchio, ora la la Fifa alcio vuole chiarezza in merito alle parole del candidato alla presidenza federale: in una lettera spedita alla Figc, infatti, il massimo organismo calcistico internazionale chiede di «indagare e decidere sulla questione e riferire successivamente». La frase di Tavecchio nel corso dell’assemblea della Lega Dilettanti di cui è presidente («le questioni di accoglienza sono un conto, quelle del gioco un altro. L’Inghilterra individua dei soggetti che entrano, se hanno professionalità per farli giocare, noi invece diciamo che Opti Poba è venuto qua, che prima mangiava le banane, adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così. In Inghilterra invece deve dimostrare il suo curriculum e il suo pedigree») ha allertato la Task Force della Fifa contro il razzismo e la discriminazione e il suo presidente Jeffrey Webb, scrive la Fifa, «ha ricordato alla Federcalcio italiana che la lotta contro il razzismo è di massima priorità». Si allinea anche l’Unione europea che plaude all’iniziativa della Fifa sottolineando che «razzismo e discriminazioni non hanno posto nel calcio». La Federcalcio risponderà entro il 31 luglio, ma il diretto interessato non ha intenzione di fare un passo indietro: «Ho l’appoggio delle Leghe, vado avanti con la mia candidatura alla presidenza della Federcalcio», spiega Tavecchio. «Ho usato parole improprie, ma senza alcun intendimento offensivo, nè di discriminazione razziale e mi auguro che si possa partire proprio da questa sensibilità per dare avvio a un capillare programma di educazione sportiva e a forme di lotta contro ogni discriminazione nello sport finalmente efficaci, come da tempo ho realizzato nell’ambito della Lega Nazionale Dilettanti che presiedo dal 1999. Chiedo scusa, ma per me parlano i fatti».Intanto si incrina il fronte dei presidenti delle squadre di Serie A, finora compatto (tranne Roma e Juventus) nel continuare a sostenere Tavecchio. Dopo la Fiorentina, che ha ritirato il suo sostegno, anche il Cesena e la Sampdoria si smarcano: «Così non si può continuare - ha detto il presidente blucerchiato Massimo Ferrero -. La Lega di Serie A non può far finta di nulla. Il mio invito è a tutti i presidenti, a tutti i club: dobbiamo ritrovarci al più presto per rivalutare la situazione. Rischiamo il commissariamento della Figc, che è assolutamente da evitare, e stiamo dando una pessima immagine al mondo». Non cambia idea invece l’ad del Milan, Adriano Galliani: «Confermiamo assolutamente l’appoggio a Carlo Tavecchio per la candidatura alla presidenza della Figc. È dipinto come razzista per quella che è stata una battuta certamente infelice, ma noi conosciamo quanto di bene ha fatto». Appoggio deciso a Tavecchio anche dal presidente del Palermo, Maurizio Zamparini: «Vergognoso l’attacco nei suoi confronti, la Fifa andrebbe sciolta. Ma quale razzista? Io lo conosco da trent’anni e non lo è affatto. È schifoso come le persone vengano lapidate per niente». Sostegno per Tavecchio anche da Joseph Minala, giocatore camerunense che si è messo in luce con la maglia della Primavera della Lazio. «Non ho motivo di sentirmi offeso dalle sue parole, che hanno usato contro di lui per chissà quali fini, poiché durante la mia esperienza calcistica se devo qualcosa a qualcuno è proprio a Carlo Tavecchio», spiega. «Io so cosa significa venire dall’Africa con la speranza di diventare un grande calciatore. So cosa significa essere abbandonato a una stazione da un procuratore senza scrupoli con tante false promesse. Quando per mia fortuna mi trasferirono poi alla Città dei Ragazzi, fu proprio Tavecchio ad inserirmi nel circuito calcistico dandomi modo di testare le mie capacità con i dilettanti».Per la prima volta, dalla gaffe parla anche il rivale di Tavecchio per la presidenza della Figc, Demetrio Albertini: «La frase si commenta da sè, ci ha messo in difficoltà a livello internazionale, ci dispiace per tutti». Domenica sulle dichiarazioni di Tavecchio era intervenuto dalle pagine di
Avvenire anche il presidente del consiglio, Matteo Renzi: «Clamoroso autogol, ma rispettiamo l’autonomia della Federcalcio», la sua posizione. Che sottintende la volontà del governo di non interferire sull’ennesimo pasticcio del nostro pallone.