Un oro da cineteca, un primato che impressiona anche se ormai ci abbiamo fatto il callo. Alessia chiama, Federica risponde. Nel Mondiale più rosa della storia (tutte medaglie al femminile esclusa l’epica fatica di Cleri nei 25 km di fondo), l’Italia del nuoto si accorge che tutto intorno a lei brilla d’oro. E stavolta la prima fila della ribalta spetta ad Alessia Filippi, 22 anni, romana purosangue, meno telegenica della sirena Pellegrini, fino a ieri sempre un passo indietro. Sino alla gara della vita, un km e mezzo in piscina, le braccia che ti fanno male. Lei che viaggia come un siluro, regolarissima: prima lascia sfogare la danese Lotte Friis, poi dai 600 metri apre una progressione inarrestabile.Ai mille è già davanti, non c’è storia. Alessia è mondiale, la Friis scivola indietro; la romena Potec, tutina fucsia, lotta solo per il bronzo. I passaggi sono sotto il record del mondo, solo nell’ultima vasca tira il freno. Sorride sotto il pelo dell’acqua, Roma la acclama anche se non c’è il pienone che domenica ha riservato un’ovazione alla Pellegrini. «Sono sbalordita di me stessa, ho fatto una gara perfetta», le prime parole dopo il trionfo. «È stata una giornata intensissima, carica di una forte adrenalina e serenità. L’avevo detto: volevo l’oro, era il mio premio. Me lo sono preso...». Gli alti e bassi del passato sono cancellati: agli Europei di Budapest sbagliò a contare le vasche (30) e gettò via tutto. «Qui è nata una nuova Alessia, mi voglio dare obiettivi ancora più grandi sino ai Giochi di Londra. Per tre anni ho vissuto sotto una campana di vetro, non riuscivo a tirare fuori le emozioni. Poi ho fatto un grande lavoro mentale che mi ha liberato. Su questa medaglia leggo Roma, la mia Roma... Ed è tutta mia - continua la Filippi - . Ora me la faccio cucire qui», dice toccandosi sul cuore. Ma non è finita. Il prossimo obiettivo nel mirino sono gli 800 (sabato sera la finale), che un anno fa le regalarono l’argento. «Alessia è stata strepitosa, per chi conosce il nuoto una gara da pelle d’oca - commenta il ct azzurro Alberto Castagnetti - . Ha fatto dei passaggi da quattrocentista, meglio di così non si può». Il tempo di metabolizzare la Filippi imperiale, e arriva il secondo squillo di tromba della Pellegrini, in finale nei 200 stile (stasera, ore 18.30) con un primato da paura: 1’53'57, quindicesimo record del mondo caduto in tre giorni. Con una nota particolarissima: al mattino in vasca con il costume Mizuno («Questo e solo questo è il mio sponsor»), alla sera con il body Jaked della Federazione. «Sono un’atleta modello», il commento di Federica. «E’ il mio nono record del mondo prima dei 21 anni. Sono brava in questo sport e continuerò a farlo sempre meglio». «Federica si è convinta di essere la più forte - commenta Castagnetti -. Al mattino si era disunita, la bracciata non era brillante. Le ho passato dei foglietti e lei alla sera li ha eseguiti alla perfezione. È un Mondiale rosa: abbiamo ancora delle carte da giocare con gli uomini, ma il bello arriva dalle donne». Una delle carte al maschile la può mettere sul tavolo Federico Colbertaldo, in finale degli 800 con il nuovo record europeo. Fuori Terrin per 6 centesimi nei 50 rana. E il gran giorno della Filippi regala anche la sorpresa che non ti aspetti: Phelps battuto nettamente nei 200 stile dal colosso tedesco Paul Biedermann, già oro nei 400. Quanto è lontana la gloria di Pechino.