La riposta migliore che i Della Valle potessero dare ai «rosicatori» della loro creatura, arriva direttamente dal campo: la Fiorentina disintegra il Liverpool in 45 minuti. Finisce 2-0 un’autentica lezione di calcio italiano agli inglesi, quelli più indomiti e rognosi che le nostre squadre riconoscano da sempre. Dagli incubi dell’Heysel, indelebili nella memoria di Cesare Prandelli che giocava in quella finale maledetta con la maglia della Juve, fino alla rimonta storica di Atene con il Milan che regalò la Champions ai “Reds” di Rafa Benitez, dopo un primo tempo chiuso sul 3-0. I 2600 fans travasati a Firenze da Anfield Road, forse nell’intervallo hanno sperato in un’altra rimonta beffarda agli italiani, ma non avevano fatto i conti con la presenza stellare di Stevan Jovetic, nazionale montenegrino, 19 anni: semplicemente un fenomeno.Da quando ha segnato il gol decisivo al Benfica, nei preliminari, non si è più fermato. Tre reti in campionato e questa doppietta che può cambiare la storia della Fiorentina e che sicuramente dà una sterzata decisiva alla sua carriera di genio precoce che era già finito nel taccuino degli osservatori di Barcellona e Real Madrid. Uno che accarezza la palla e va in profondità come Jovetic, merita colossi del genere, o magari una Fiorentina che invece di concentrarsi sulle pur vitali e futuriste “cittadelle dello sport” cominci a ragionare e a vivere da grande, sempre.Sì perché qui da noi, un primo tempo di qualità e quantità come quello giocato dai ragazzi di Prandelli, finora non ce l’hanno fatto vedere neppure le tanto sbandierate Inter e Juventus. Lassù al comando della serie A, per ora c’è la scapigliatura doriana, quella Samp che a Firenze è stata liquidata di giustezza neanche a dirlo da Jovetic, mentre Cassano e Pazzini sono stati anestetizzati da Dainelli e soci che ieri sera hanno ridotto al silenzio ringhioso Kuyt e persino il principe del gol Fernando Torres.Il Liverpool di suo ci ha messo un centrocampo da pazienti inglesi, con il timido Lucas chiamato a tamponare il buco dell’assenza di Mascherano. Benitez sta ancora aspettando il gioiello prezioso Aquilani (20 milioni è costato dalla Roma), - forse sarà pronto a metà ottobre - e deve fare di necessità virtù. Ma contro questa Fiorentina non c’era scampo. Sulla fascia destra Marchionni e su quella di sinistra Vargas, sono semplicemente devastanti. Cristiano Zanetti sale in cattedra e Montolivo finalmente non si ispira soltanto al suo idolo, il numero 8 del Liverpool, ma “fa il Gerrard”. L’unico fenomeno però è Jovetic che in 10 minuti (dal 27’ al 38’) supera un Reina allibito che prima se lo trova a tu per tu e poi vede entrare nella sua porta un missile di Vargas spizzato dal montenegrino. Una stella luminosa che oscura persino Mutu e non fa accorgere nessuno dell’assenza di Gilardino (squalificato). Prandelli, per l’occasione incravattato e con il vestito buono della festa ha di che essere felice, questa Fiorentina ha un giglio in fiore come Jovetic che può portarla molto avanti, in Italia e anche in Europa.