Una risata in faccia alla camorra. E se a farla sono i ragazzi di Caserta, vale molto di più. Sul palco del Teatro Città di Pace, una moderna sala della comunità da trecento posti presso la chiesa del Santissimo nome di Maria nel quartiere Puccianiello di Caserta, due boss ridicoli con tanto di occhialoni scuri, pittbull e bulldog, fanno irruzione nella casa di Pio Boncristiano, un becchino bigotto e truffaldino portando scompiglio nella sua già agitata famiglia. Una mamma perennemente in affanno, due pepati figli adolescenti, un fratello pasticcione, una nonna stordita, tutti interpretati dagli attori giovani della compagnia “Gli Amici di Gaetano” (in scena sono in 18, fra adulti e ragazzi, la compagnia conta 34 persone) che fa base in questo teatro, dato che nella loro parrocchia, San Bartolomeo Apostolo, a Casarano (Caserta) una sala della comunità non c’è. Il parroco don Sergio Adimari li sostiene e loro non demordono, fanno le prove anche al freddo due o tre volte la settimana per stare insieme e «strappare una risata alla gente» come ci racconta Bruno, 15 anni, liceale. E in questa commedia scritta nel 2003 dall’autore partenopeo Danny Arrichiello,
Dio c’e ma non si vede, si ride, e parecchio, grazie all’espressività di questi ragazzi e del dialetto napoletano, ma si riflette anche sui valori. I camorristi hanno rubato la chiave della Porta Santa prima del Giubileo per poter ricattare il Papa e far liberare dei boss in carcere. Solo che per uno scambio di valigie la chiave è finita nelle mani dei Boncristiano. Di lì una serie di equivoci che ricalcano i classi i canovacci della tradizione partenopea, da Scarpetta a Salemme, passando per Eduardo De Filippo, finché a trionfare sarà la giustizia. «Eduardo è il nostro mito», dice Francesco, il bravissimo protagonista, 25 anni, che fa efficace coppia comica con Umberto, 21 anni, animatore in parrocchia. Per lui è un sacrificio conciliare il master in Economia e le prove, «ma l’amicizia e il teatro vengono prima di tutto». Qualcuno ne farà una carriera: come Francesco, 19enne che è stato selezionato e ammesso da Luca De Filippo, poco prima che scomparisse, alla Scuola del Teatro Stabile di Napoli. «Chissà quante cose avrei potuto imparare da lui» dice Francesco con rammarico. Ma i motivi per fare teatro sono soprattutto «il divertimento e il piacere di stare insieme», afferma convinta Elvira, laureata, quarantenne e mamma a tempo pieno. Altro scopo principale, come spiega uno dei registi della compagnia, Sergio Lieto, è fare beneficenza, come stasera che il ricavato andrà a favore della Caritas diocesana. Il bello è vedere accanto diverse generazioni, Moreno che interpreta il Papa e il figlio Damiano che fa il boss, amici che aiutano dietro le quinte come Alessandra che è una delle truccatrici di
Made in Sud di Rai 2, oppure fidanzati come Maria, che nella vita è avvocato, e Dulciney, che interpreta il figlio dei camorristi che ripudia la malavita, che arriva dal Brasile. «Vivevo in un orfanotrofio laggiù, non speravo più che qualcuno si prendesse cura di me, finché a 11 anni sono stato adottato da una coppia di Caserta – racconta lui –. Ero molto timido e ringrazio il Signore che mi ha fatto entrare in questa compagnia». Alla fine dello spettacolo, fra gli applausi, tutti si stringono con affetto attorno al regista Domenico Ferrara, presidente de “Gli Amici di Gaetano” che fondò la compagnia nel 2012 insieme a Luca Fasano e Antonio Bucchero dedicandola ad un amico scomparso. Nella vita Domenico lavora per l’Esercito come centralinista civile presso l’8° Reggimento Bersaglieri sede della Brigata Garibaldi, ha due figlie, insieme alla moglie Mariateresa è ministro dell’eucaristia e si prepara al diaconato. «Nessuno dei ragazzi deve sentirsi migliore dell’altro – spiega –. Il valore principale di questa esperienza è formativo, sono bravi ragazzi capaci di stare vicini anche a quelli in difficoltà. Vogliamo sfatare i luoghi comuni che etichettano Caserta solo con la camorra. La maggioranza qui non è così». Ma occorre fare rete, aggiunge Domenico che ha proposto alla Federgat una nuova rassegna, una collaborazione dell’associazione “Amici di Gaetano” con Gat Campania. Così dal 16 gennaio sino a maggio sarà in scena al Teatro Città di Pace l’iniziativa “Tutti sul palco”, dieci spettacoli di altrettanti compagnie amatoriali di Campania e Puglia: il ricavato andrà in beneficenza a “Casa Rut” e “La tenda di Abramo”, indicate dal vescovo di Caserta, monsignor Giovanni d’Alise.