Un Mondiale da dimenticare per tutti, tranne che per i diretti interessati. «Vogliamo ricordare cosa è successo», afferma il ct azzurro Mauro Berruto riferendosi al catastrofico torneo iridato di volley dello scorso autunno. Il ct è un filosofo, con tanto di laurea, normale che affronti le cose con una impostazione spiazzante. La Nazionale è pronta a ripartire, ad aspettarla c’è un calendario intenso, questa volta non sono ammessi errori. Subito c’è la World League per riprendere fiducia, perché ne occorre davvero tanta per ottenere la qualificazione e affrontare con il piglio giusto gli Europei che saranno giocati fra Italia e Bulgaria. In mezzo ci saranno anche gli inediti Giochi Europei che si disputeranno a Baku. Per questo occorrerà lavorare su due fronti, da una parte i giocatori già collaudati, dall’altra una «formazione orientata più sugli under 21» per offrire un vera «occasione ai giovani per mettersi in mostra», dice il ct filosofo abituato a pensare e a lavorare ubìquo. Non si può costruire il futuro fermando il tempo e gli uomini. Berruto ha studiato antropologia e ne mette a frutto gli insegnamenti nell’amalgamare le sue squadre. «Dobbiamo sempre pensare al gruppo, mai al singolo», ricorda capitan Lele Birarelli, allievo diligente del maestro torinese che ha fissato un primo impegnativo obiettivo: «Riappropriarci della nostra identità, quella che la Nazionale ha sempre avuto fino, ahimé, al Mondiale». E lì si ritorna, in tutti i discorsi che continuano a ruotare intorno a quel trauma, solo il parquet può farli tornare a filare via dritti.
Finiti i campionati maschili e femminili, con annesse sorprese scudetto, la Federvolley si è riappropriata del campo e ha rimesso in moto la prodigiosa macchina azzurra che «negli ultimi trenta anni è quasi sempre rimasta al vertice di questo sport», ricorda il presidente Carlo Magri presentando il programma delle due Nazionali a Expo Milano, presso l’area Kinder della Ferrero, lo sponsor che sostiene le squadre azzurre da 13 stagioni, tanto da definirla «una garanzia per l’attività federale», ed è davvero un sostegno preziosissimo in questi tempi di austerità.
Sottorete tornano a schiacciare anche le ragazze. Loro non hanno un Mondiale da dimenticare, solo da digerire la delusione delle ultime due partite, quelle che valevano una medaglia. La rassegna iridata giocata in casa è stata una passerella trionfale per le atlete e per la visibilità dell’intero movimento. Ora le ragazze di Marco Bonitta devono riallacciare il filo interrotto con il Mondiale, perché il campionato non è riuscito a capitalizzare l’enorme interesse suscitato dalle schiacciate iridate di Valentina Diouf e compagne. «Ripartiamo dal gruppo mondiale. La squadra c’è», afferma convinto e convincente il ct della Nazionale femminile. L’obiettivo principale è lo stesso dei maschi: «Qualificarsi per Rio 2016», dice Bonitta, anche se «è più facile giocare le Olimpiadi che qualificarsi». Perché ai Giochi partecipano solo 12 squadre, ma l’ammiraglio dell’Italia rosa non ha dubbi e si sbilancia per lanciare un deciso segnale alla squadra: «Puntiamo a vincere il Grand Prix. È alla nostra portata».
Il volley femminile è una grande risorsa, la Federazione lo sa e continua a investirci per farlo crescere ancora. Così, per la prossima stagione regala una grande novità: il Club Italia giocherà nel campionato maggiore. «Molti dicono che è un azzardo per ragazze di 17/18 anni, ma lo dicevano anche quando le abbiamo lanciate in A2», sorride sornione il presidente Magri. E sicuramente sarà l’ennesima scommessa vincente del volley, uno sport che, come dice con cognizione di causa l’antropologo Berruto. «È forse l’unico a interessare uomini e donne. Che parla ai due generi con la stessa emozione».