giovedì 6 agosto 2015
Sta diventando la telenovela dell'estate la vicenda del nuovo stadio del Milan al Portello. Solo qualche giorno fa sembrava tutto fatto. Ora è scontro: accuse e controaccuse.
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Sta diventando la telenovela dell'estate milanese, e non solo, la vicenda del nuovo stadio del Milan. Solo qualche giorno fa sembrava tutto fatto. La squadra rossonera si avviava ad avere una sua casa tutta sua al Portello di Milano, area di proprietà di Fondazione Fiera. Come le più grandi squadre europee. Poi il tutto si è trasformato in una sorta di commedia all'Italiana: colpi di scena, accuse reciproche, verità e mezze verità. In scena, prime donne, la società Milan Ac e Fondazione Fiera. Oggi l'ennesimo atto della serie. Alla reazione durissima di Fondazione Fiera, che accusa la squadra di voler fare marcia indietro rispetto all'accordo raggiunto, i rossoneri replicano con un ancora più duro comunicato messo on line oggi. "Fondazione Fiera esprime sui giornali di oggi valutazioni non condivisibili e molto lontane dalla verità dei fatti. Sarebbe importante che la stessa rileggesse, senza fraintenderne il contenuto, quanto scritto pochi giorni fa dal Milan". È quanto sostiene la società rossonera sul proprio sito dopo le critiche espresse dalla Fiera per il "ripensamento su decisioni già prese" che il Milan avrebbe messo in campo in merito alla costruzione della stadio. La vicenda riguarda il bando (vinto, appunto, dal Milan) per la riqualificazione dei padiglioni 1 e 2 della Fiera e la lettera con la quale la società avrebbe ritrattato le condizioni formalizzate in sede di gara, e avrebbe di fatto azzerato alcuni punti cruciali su cui aveva fatto proposte precise. Uno dei punti critici è quello della bonifica delle aree su cui dovrebbe sorgere lo stadio. Bonifica che si teme eccessivamente costosa. La società rossonera spiega poi di "non manifestare certo un disimpegno verso il progetto. Anzi. Il Milan, però, avanza richieste legittime di chiarimenti e di documentazione finora non pervenuti. Anche perché, va ricordato, che, fino ad oggi, si è lavorato su una manifestazione d'interesse non vincolante. Ora e solo ora si entra nella fase contrattuale. Ad oggi il Milan non ha potuto, come suo diritto, fare i carotaggi ne ricevere le carte in merito. Nessuno sa cosa si potrebbe trovare nel sottosuolo e nemmeno Fiera, proprietaria dei terreni, ne è a conoscenza. Se si scoprisse che nel sottosuolo la situazione fosse più grave (con la necessità di interventi di bonifica molto rilevanti) di quella solamente ipotizzata da Fiera, ciò significherebbe che quell'area non poteva essere nemmeno proposta in locazione per realizzare uno stadio". Inoltre, sempre secondo il Milan, "è incomprensibile la fretta di Fondazione Fiera. Perché la stessa ha fatto perdere al Milan, coi sui continui rinvii dovuti anche a altre vicende (ricordiamo, tra l'altro, le nomine di Fiera Spa) più di 8 mesi. Periodo che avrebbe consentito al Milan di valutare altre aree o di rilevare quella di fondazione per poter disputare la prima stagione nell'anno 2018-9, cosa non più possibile. Vale la pena ricordare che tali continui rinvii di Fondazione hanno causato al Milan danni, conseguenti a mancate entrate e mancate sponsorizzazioni, per milioni di euro. La società Milan si augura che i toni tornino propositivi e che si prosegua il rapporto in maniera costruttiva nell'interesse reciproco".
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