Benatia (al centro) festeggia il suo gol alla finale di Coppia Italia (Ansa)
All’Olimpico di Roma va in scena la rivincita di Doha 2016, Juventus-Milan finale di Supercoppa italiana. Allora vinsero i rossoneri e alla lotteria dei rigori si consacrò la stella di Gigio Donnarumma. Ieri Gigione è stato il peggiore del Milan, con due “papere” ha consegnato alla Juventus di Max Allegri la quarta Coppa Italia di fila.
E dopo questo pokerissimo al Milan e domenica i bianconeri metteranno in bacheca anche il 7° sigillo tricolore consecutivo (altro poker personale per Allegri). Rino Gattuso sperava nella fame dei suoi che ora devono staccare il pass per l’Europa League andando a vincere nella tana della diretta concorrente Atalanta. Ma torniamo a questa finalissima senza storia persa da un Milan all’«italiana»: “Ringhio” schiera 7 undicesimi di prodotto nazionale, di questi soltanto due nati prima del ’90, Bonaventura e Bonucci, mentre quattro sono cresciuti nel vivaio rossonero: Donnarumma, Calabria, Locatelli e Cutrone.
Sono loro che abbassano il dato anagrafico e fanno del Milan uno dei club più giovani d’Europa, età media 23-24 anni. Ma anche in questa notte romana si conferma il teorema del dg juventino Beppe Marotta : «Con i giovani non si vince». Per conquistare i titoli che pesano servono campioni maturi e d’esperienza internazionale. Tipo Benatia, che arriva dal Bayern Monaco e dopo una stagione di alti e bassi al 56’ apre la festa della Juve. Pochi giri di lancette e raddoppio dell’uomo in più dello scacchiere juventino Douglas Costa, aiutato però dalla “saponetta” di Donnarumma che vanifica un paio di interventi eccellenti, specie quello su staffilata di Dybala. Il terzo gol è ancora un regalo di Donnarumma per Benatia e poi chiude l’autorete di Kalinic. La Coppa va alla Juve invincibile, almeno in Italia.