I campi di calcio e gli impianti sportivi all’avanguardia dell’Università del Kansas
Dal Pescara all’università di Kansas City: grazie a questo percorso, 150 studenti atleti italiani sono riusciti a ottenere una borsa di studio in un college americano. Il pioniere è stato Paolo Scoppola, romano ed ex calciatore delle giovanili della squadra abruzzese, passato dal vivaio biancazzurro agli Stati Uniti dopo aver conosciuto Giorgio Antongirolami, tecnico italiano abituato a lavorare al di là dell’Atalantico.
Da questa scelta di vita è nato College Life Italia, società che ha lo scopo di aiutare giovani sportivi italiani a proseguire la loro carriera agonistica e universitaria negli Stati Uniti, fondata da Scoppola, Antongirolami, Lucas De Rossi e Stefano Radio. Attualmente sono 150, principalmente calciatori: «Il pallone è lo sport sul quale possiamo fare maggiormente la differenza per la nostra tradizione», spiega Paolo Scoppola. Sono 115 i calciatori. Ci sono anche alcune giocatrici che potranno trarre un doppio vantaggio rispetto ai colleghi maschi perché il calcio femminile negli Usa è uno sport nazionale (le università compensano con il pallone le borse di studio riservate alle ragazze che per ovvie ragioni non possono ottenerle nel football americano). Economia e facoltà scientifiche sono le principali destinazione accademiche.
La punta di diamante degli atleti di College Life Italia è Filippo Cardelli, ex difensore centrale della Lazio - diventato famoso per la sua decisione di lasciare le giovanili biancocelesti accusando l’eccessiva presenza di stranieri nei nostri vivai - partito due settimane fa per il suo primo anno con la squadra della Rockhurst University, allenata proprio da Antongirolami. A novembre dell’anno scorso sono stati ben sei i calciatori di College Life Italia a sfidarsi nella final four del campionato nazionale studentesco, seguitissima negli Stati Uniti: con la squadra guidata da Antongirolami in campo Gianluca Bottoni (ex giovanili Milan), Filippo Sandrandrea (ex Portogruaro in Lega Pro) e Claudio Romano, attaccante con squadre di Promozione ed Eccellenza in Campania. Due giocatori invece erano tra le fila della Charleston University: l’ex difensore della Roma, William N’Dah ed Ettore Ballestracci, ex attaccante del vivaio del Livorno. «I nostri ragazzi variano molto per estrazione sportiva, si va da calciatori che hanno esperienze in settori giovanili professionistici a giocatori che hanno militato in juniores tra i Dilettanti», continua Paolo Scoppola. Ma non ci sono solo calciatori: tra le discipline sono rappresentate anche atletica, basket, canottaggio, golf e nuoto.
La formula è semplice. College Life Italia organizza selezioni in Italia invitando i rappresentanti dei team sportivi delle università americane che verificano sul campo le abilità degli studenti-atleti del nostro Paese. I provini sono in calendario quasi ogni mese in diverse città italiane. In relazione al talento e al passato sportivo dei ragazzi varia anche l’entità della borsa di studio: «I college americani possono coprire retta, vitto e alloggio nei casi più promettenti - racconta Paolo Scoppola - oppure solo la retta. Molto dipende anche dall’andamento degli studi negli Stati Uniti. La mia esperienza lo dimostra: ero partito solo con la retta, ma grazie a buoni risultati universitari ho avuto anche vitto e alloggio. Alcuni dei nostri ragazzi sono già riusciti a trovare lavoro sul posto». Determinante anche l’assistenza nella fase burocratica di ottenimento della documentazione necessaria.
L’attività della società fondata da Paolo Scoppola non è passata inosservata in alcune delle realtà sportive italiana. Sul sito ufficiale di College Life Italia appare il logo dell’Associazione Italia Calciatori. Il sindacato calciatori ha appoggiato questa iniziativa, contento di trovare uno sbocco verso un percorso di studio all’estero per tanti giocatori che altrimenti rischierebbero di perdersi nell’inseguimento di un sogno sempre più difficile da realizzare, alla luce del progressivo restringimento degli spazi di professionismo nel pallone italiano (la recente querelle sui ripescaggi in Serie C lo conferma in modo evidente). Un’idea che accompagna alla perfezione uno dei principali ambiti di intervento della presidenza Tommasi, molto attenta ad aiutare i calciatori a costruirsi una carriera dopo aver appeso gli scarpini al chiodo. In questo caso l’aiuto arriva addirittura prima, offrendo ai ragazzi una doppia possibilità. «È esattamente questo il nostro spirito, mettere nelle condizioni tanti giovani sportivi di pensare concretamente a un piano B di primo livello », conclude Paolo Scoppola. I numeri stanno crescendo. Dai campi da calcio italiani ai campus americani il viaggio è sempre più breve.