martedì 12 luglio 2022
In un panorama incantevole che fa scorrere lo sguardo dalle vette dei Sibillini al mare, il “Le parole della montagna” è arrivato alla 13ª edizione: parola-tema quest’anno è “Perdersi”
Smerillo, Porta Nord

Smerillo, Porta Nord - WikiCommons

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Smerillo è un minuscolo borgo a 800 m slm in provincia di Fermo, arroccato su una rupe che sovrasta ripida la vallata del fiume Tenna. Un comune con poco più di 300 residenti sparsi lungo i declivi e appena qualche decina di abitanti nel centro storico. Un paese dove «non c’è niente» (parole del sindaco) e anche quel niente è stato bastonato dal terremoto del 2016. Eppure in un posto così, benedetto tuttavia da un panorama incantevole che fa scorrere lo sguardo dalle vette dei Sibillini – i “monti azzurri” cantati da Leopardi – al tappeto di colline e vallate verdeggianti che arrivano ad Ancona e al mare, si svolge un Festival, “Le parole della montagna”, che è arrivato alla 13ª edizione (programma sul sito www.leparoledellamontagna.it). La parola-tema declinata quest’anno è “Perdersi”. Anima dell’iniziativa è Simonetta Paradisi, avvocato romano che è anche moglie del sindaco Antonio Vallesi. Attorno a loro un gruppetto di amici che, non lesinando tempo e impegno, è riuscito anche stavolta a condurre a termine l’impresa di comporre un programma ricco di esperienze, eventi, incontri tra letteratura, scienza, cura dell’ambiente, buon vivere e poesia. Si sono già svolti alcuni affollati appuntamenti di anteprima che, consolidando l’innovazione introdotta l’anno scorso, coinvolgono due piccoli borghi limitrofi, Monteleone di Fermo e Montefalcone Appennino, come Smerillo ricchi di bellezze naturali e paesaggistiche: il primo evento, lo scorso 2 luglio, ha visto sul palco lo psichiatra e scrittore Paolo Crepet, che si è confrontato col tema “Ritrovarsi. L’approdo dopo lo sperdimento”, con ovvio riferimento alla pandemia. Da mercoledì la manifestazione si sposta a Smerillo con il vernissage della mostra di Ettore Frani “Per quello spazio immenso fra qui e l’orlo del cominciamento” e a seguire, con un ribaltamento di registro, l’incontro su “La scuola italiana fa schifo? con Enrico Galiano, insegnante in periferia, seguitissimo su Facebook. Nei giorni seguenti, fino a domenica 17, un susseguirsi di appuntamenti che vedranno alternarsi sul palco o in luoghi più intimi che il panorama rende scenografici, personaggi noti e proposte originali. Nel pomeriggio di venerdì 15 Massimo Calvi presenterà il suo libro L’uomo che guardava la montagna (San Paolo) e dopocena il giornalista d’inchiesta Domenico Iannacone, vincitore 5 volte del premio Ilaria Alpi e l’anno scorso del Premio Kapuscinski, proporrà “Senza Meta”, incontro con vite sospese tra la paura di perdersi e la voglia di ritrovarsi. Giornata clou sarà sabato 16: in apertura di pomeriggio l’economista Stefano Zamagni dialogherà col giornalista Luigi Maffezzoli su “Perdersi nel labirinto della storia”. Seguirà il filosofo Marco Vannini, grande studioso di mistica, che proporrà una riflessione su “Perdersi per ritrovarsi”. Dopocena andrà in scena Riccardo Rossi con la pièce Così Rossi che più Rossi non si può. Lo spazio della poesia vedrà venerdì sera Davide Rondoni e il filosofo Massimo Donà parlare di poeti maledetti e musicisti rock che si sono persi, consegnandoci capolavori, e poi nella mattinata di sabato l’agorà poetica “Perdersi non è perdere”, con le voci di Filippo Davoli, Massimiliano Bardotti, Gregorio Iacopini, Laura Corraducci e Annalisa Ciampalini. Ma il festival è anche esperienze di orienteering, barefoot, gastronomia ricca e con ingredienti a km0 e tanto altro.

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