«Senza i soldi dei privati questo teatro non potrebbe esistere e quindi per favore non fate riduzioni, ma aumentate i vostri contributi». L’appello di Alexander Pereira va ai sostenitori del Teatro alla Scala, dai quali, ha spiegato il sovrintendente illustrando la nuova stagione lirica 2016-2017, «lo scorso anno sono riuscito a raccogliere 10,8 milioni di euro, cifra che conto di replicare anche quest’anno». Nessuna polemica con il ministero, assicura Pereira appena tornato da un viaggio in Cina per raccogliere sponsor. Ma una sottolineatura per dire che Scala «è il teatro europeo con i maggiori finanziamenti privati, oltre un terzo». Messe da parte le cifre Pereira annuncia quella che sarà ricordata come la stagione del ritorno di Riccardo Muti. Ritorno in concerto e non (ancora) con un’opera. Seppur con la “sua” Chicago symphony orchestra e non con i musicisti di casa, quelli che nel 2005 spinsero il maestro alle dimissioni e che qualche tempo fa hanno scritto al direttore una lettera per invitarlo a tornare. Muti sarà sul podio scaligero il 20 e 21 gennaio per un doppio concerto a 12 anni dal suo addio al teatro che aveva guidato per diciannove anni dal 1986. Ma già il prossimo 5 giugno inizierà a riprendere confidenza con la sala del Piermarini incontrando il pubblico in occasione della mostra – felice intuizione diplomatica del sovrintendente Pereira – che la Scala gli dedica per i suoi 75 anni.Quindici titoli d’opera, sette di balletto (dopo le proteste dei ballerini aggiunta la
Sinfonia in do con la coreografia di Balanchine) per la stagione che si apre il 7 dicembre con
Madama Butterfly di Giacomo Puccini diretta da Riccardo Chailly. «Versione originale dell’opera che debuttò proprio alla Scala il 17 febbraio 1904» ricorda Pereira. Fu un fiasco e Puccini ci rimise mano. Chailly, che sta portando avanti il progetto dell’integrale pucciniana, avrà sul leggìo la partitura originale. Protagonista il soprano Maria José Siri, regia di Alvis Hermanis per lo spettacolo che il 4 avrà la consueta Anteprima per i giovani e il 7 andrà in diretta su Rai5. «La ripresa segna i 40 anni di collaborazione tra Tv pubblica e la Scala» ricorda Pereira. Chailly tornerà sul podio ad aprile per
La gazza ladra di Gioacchino Rossini per la regia del premio Oscar Gabriele Salvatores. Molti i concerti affidati al musicista milanese che dal 1° gennaio 2017 assumerà la carica di direttore musicale del teatro: ad ottobre la
Messa da Requiem di Giuseppe Verdi e a marzo il concerto per i 150 anni della nascita di Arturo Toscanini.Stagione con protagonisti i grandi direttori, Chailly e Muti, Daniele Gatti e Myung Whun Chung, Zubin Metha e Georges Pretre, Bernard Haitink e Antonio Pappano. Ma quella presentata ieri sarà anche la stagione delle sfide. Perché mettere in cartellone
Anna Bolena di Gaetano Donizetti è una bella scommessa. Tanto più se il ruolo della regina è affidato a una giovane allieva dell’Accademia, Federica Lombardi. La sfida di proporre tanto Verdi. A gennaio il
Don Carlo nella versione in cinque atti (libretto in italiano) con la bacchetta di Chung, Francesco Meli nei panni del protagonista e lo spettacolo pensato per Salisburgo da Peter Stein. Dal festival austriaco arriva anche il
Falstaff che Damiano Michieletto ambienta nella Casa di riposo Verdi: dirige Metha che intensifica la sua presenza scaligera tornando sul podio per
Il ratto dal serraglio di Wolfgang Amadeus Mozart proposto nella regia storica di Giorgio Strehler a vent’anni dalla morte del fondatore del Piccolo Teatro, ma dirigendo anche un balletto. Anna Netrebko sarà protagonista di
Traviata (torna la regia di Liliana Cavani) diretta da Nello Santi che sarà anche sul podio a fine stagione per la ripresa del
Nabucco con l’intramontabile Leo Nucci come protagonista. Raddoppia anche Chung, in cartellone anche con il
Freischutz di Carl Maria von Weber affidato alla regia di Mathias Hartman.Attesissimo il ritorno di Gatti con
I maestri cantori di Norimberga di Richard Wagner con Michael Volle nei panni di Hans Sachs e la regia in arrivo da Zurigo di Harry Kupfer. Placido Domingo sarà la star del
Tamerlano di Georg Friedrich Händel nella lettura filologia del direttore Diego Fasolis e nella reinterpretazione moderna del regista Davide Livermore. Il ritorno dell’intramontabile
Bohème pucciniana con la regia di Zeffirelli sarà l’occasione per ascoltare la Mimì di Sonya Yoncheva diretta da Evelino Pidò. Un ritorno è anche il
Don Giovanni di Mozart con la regia di Robert Carsen affidato alla bacchetta di Paavo Jarvi, con Thomas Hampson. L’Accademia affronta
Hänsel e Gretel di Engelbert Humperdinck con la bacchetta di Marc Albrecht, in chiusura di stagione la nuova opera di Salvatore Sciarrino,
Ti vedo, ti sento, mi perdo.