sabato 6 marzo 2021
Dal 2011 con la vittoria di Vecchioni è quasi sempre il cantautorato ad imporsi. E oltre alle rivelazioni Fulminacci e Willie Peyote tra i big, anche nelle Nuove Proposte a trionfare è Gaudiano
Fulminacci durante la sua esibizione nella quarta serata del Festival

Fulminacci durante la sua esibizione nella quarta serata del Festival - Ansa

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Tu sei bravo, tu sei onesto, tu sei un un un, cantautore ». Non è solo una vecchia canzone di Edoardo Bennato, ma quasi l’inno del rinascimento cantautorale che è avvenuto proprio qui nel tempio della canzonetta popolare e disimpegnata. Vera capitale dei cantautori, da sempre, specie quando all’Ariston abbassato quello del Festival si alza il sipario del Club Tenco, il Festival della canzone d’autore. Ma anche nella kermesse del sono solo canzonette, la rinascita è iniziata esattamente un decennio fa, Sanremo 2001, con il professor Roberto Vecchioni che venne, cantò quella perla di brano Le lettere d’amore e vinse.

Lezione di un classico del cantautorato studiato e copiato da decenni da decine di aspiranti autori e che, non a caso, secondo il suo autorevole collega, il prof. Enrico Tiozzo era in odore di Nobel per la letteratura: «Vecchioni figurava nella lista con Leonard Cohen e Bob Dylan». Nobel e polemiche annesse andarono tutte all’indirizzo di Dylan, mentre qui al Festival da quel momento, a parte le incursioni sul gradino più alto del podio dei figli dei Talent (Emma e Mengoni) c’è stato un risveglio della canzone d’autore.

Mirco Mariani e Davide Toffolo durante l'esibizione degli Extraliscio

Mirco Mariani e Davide Toffolo durante l'esibizione degli Extraliscio - Ansa

Un rinascimento che ha visto trionfare il minimalismo e le sonorità dalliane degli Stadio (Gaetano Curreri da solo vale mezzo autorato nazionale), il celentanide Francesco Gabbani (che quando vinse nel 2017 si scusò con l’iconica Fiorella Mannnoia, che sia benedetta davvero tra le interpreti di tutti i cantautori). E poi la coppia scandalistica, ma efficacissima, Ermal Meta (pronto al bis in solitaria) e Fabrizio Moro, passando per l’etnico Mahmood, fino alla classe operaia (tarantina) che lo scorso anno è andata in paradiso con Diodato. Successo che non ha fatto clamore come chiedeva il suo romantico grido ( Fai rumore) per colpa di questo tempo malato che ci ha tolto quasi tutto, tranne la creatività dei giovani cantautori a cominciare dal 29enne di Foggia, Gaudiano che con Polvere da sparo («dedicata a mio padre che non c’è più») ha vinto le Nuove Proposte 2021.

Sono segnali importanti quelli che lanciano nel Festival sotto Covid Fulminacci e Willie Peyote. Il primo è una sorta di prosecuzione del Folk Studio nell’era social che si trascina dietro un altro nipote di stampo dalliano-battistiano come Marco Zitelli da Grottaferrata, in arte Wrongonyou (Premio Mia Martini il Premio Lucio Dalla lo ha vinto Davide Shorty con Regina) e l’indie romano Folcast che arriva direttamente dal palco di Daniele Silvestri, dove ha lavorato da apri-live. La triade Silvestri-Fabi-Gazzè, nata e cresciuta all’Ariston, è ancora presente con Il farmacista del vecchio Max Gazzè che non è poi così distante dai 'cantattori' eclettici Ghemon, Gio Evan e lo stesso rapper per caso Willie Peyote.

Quest’ultimo nella serata dei duetti ha voluto al suo fianco il più sensibile e colto – ma anche il meno compreso – dell’ultima scuola bolognese, Samuele Bersani. Da Bologna è riapparso anche il cantautorato di gruppo, Lo Stato sociale, che con Combat Pop vive e lotta per tutti i diseredati del mondo dello spettacolo. Perché il cantautorato è impegno, altruismo e fantasia, come quella che Davide Toffolo riversa nei suoi fumetti e a Sanremo nella musica etnicobalneare (riviera di Romagna) degli eclettici Extraliscio.

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