Sankt Moritz ospita per la 5° volta i Mondiali (Reuters)
Il momento della verità è arrivato. Le due settimane chiave della stagione scattano lunedì a Sankt Moritz. In quattordici giorni l’Italia dello sci alpino si gioca la faccia nell’appuntamento iridato. In caso di medaglie i 24 podi finora acciuffati in stagione saranno considerati un ricco aperitivo, in caso di flop il lauto bottino di Coppa verrà ridimensionato e la stagione assumerà contorni più opachi. Inutile nasconderlo, nell’anno pre-olimpico l’appuntamento clou è la rassegna svizzera, in scena in una Sankt Moritz gelata, ma per fortuna finora baciata dal sole. Si comincia lunedì con le prove delle discese, poi martedì prime medaglie nel supergigante femminile, seguite il giorno successivo dalla medesima prova al maschile. Canovaccio classico, con prima settimana all’insegna della velocità e seconda dedicata alle prove tecniche.
Il primo weekend proporrà la discesa maschile al sabato e la libera femminile la domenica, il secondo lo slalom in rosa seguito nella giornata conclusiva dallo speciale maschile. La storia narra che proprio in quest’angolo del Canton Grigioni nacque il turismo invernale, con l’èlite, soprattutto inglese, desiderosa di divertirsi con gli sci ai piedi. Non è un caso quindi che Sankt Moritz ospiti per la quinta volta i Mondiali, approdati in Engadina già nel 1934 per poi tornarvi nel 1948 (quando la rassegna olimpica invernale assegnò anche i titoli iridati), nel 1974 e nel 2003, quando i protagonisti principali furono Bode Miller e Janica Kostelic e l’Italia portò a casa l’argento di Denise Karbon in gigante e il bronzo di Giorgio Rocca in slalom.
Fino a domenica 19 all’ombra del Piz Nair, sulla pista Corviglia, saranno in gara 600 atleti provenienti da 70 nazioni. Ventuno gli azzurri, con 11 donne e 10 uomini. I capitani della spedizione saranno Sofia Goggia e Dominik Paris. Alla bergamasca in stagione è capitato di tutto, tranne che la vittoria: nove podi per Sofia, come Deborah Compagnoni per due volte di fila a metà anni Novanta. La valtellinese ci riuscì in gigante e in slalom, la Goggia ha fatto strike in quattro specialità: discesa (due secondi e un terzo posto), supergigante (una volta seconda e una volta terza), gigante (due secondi e un terzo posto) e combinata (terza). È mancato il bersaglio grosso – obiettivo mai raggiunto in carriera dalla ventiquattrenne – ma la stoffa c’è, pertanto Sofia sarà una carta da medaglia in tutte le sue gare.
Nel 2013 ai Mondiali di Schladming fu quarta in supergigante da perfetta sconosciuta, quattro anni più tardi, archiviato il periodo buio degli infortuni, Sofia è pronta a scrivere una nuova pagina del suo mondo sugli sci. Lara Gut, Lindsey Vonn, Mikaela Shiffrin e Anna Fenninger aspirano ad essere le donne da copertina della rassegna, ma tra di loro potrebbe inserirsi proprio il faccione della sempre sorridente azzurra. Accanto a lei tante comprimarie e due donne da podio, soprattutto in gigante: Federica Brignone (reduce dal successo tra le porte larghe di Plan de Corones) e Marta Bassino (terza sia a Sölden sia a Plan de Corones). In teoria è proprio il gigante femminile la disciplina dove l’Italia ha le maggiori possibilità di salire sul podio. Chi in stagione ha già calpestato il gradino più alto è Dominik Paris, straordinario vincitore della gara simbolo del Circo bianco, la libera sulla Streif di Kitzbühel. È lui la nostra punta al maschile.
Non solo nella discesa, ma pure in supergigante dove è stato due volte terzo a Val-d’Isère e a Santa Caterina. Molto regolare è apparso Peter Fill, il detentore della Coppetta di discesa, attualmente in testa alla classifica di specialità grazie a due secondi e a un terzo posto. È un’incognita invece Christof Innerhofer, reduce da una microfrattura composta al perone. Il terzo azzurro vittorioso in questo scorcio iniziale di 2017 è stato Manfred Mölgg nello slalom di Zagabria. L’austriaco Marcel Hirscher e il norvegese Henrik Kristoffersen appaiono di un altro pianeta tra i paletti, per la terza piazza la battaglia è aperta. Oltre a Mölgg (secondo ad Adelboden e terzo a Levi) può ambire al podio anche Stefano Gross, terzo a Campiglio.
Essendo i Mondiali una gara secca, tutto può succedere. Le sorprese sono dietro l’angolo e i carneadi pronti a tirare brutti scherzi ai big. Inoltre a Santk Moritz c’è da gestire l’incognita vento, una variabile impazzita, sovente divenuta l’ago della bilancia. Cancellare il triplo zero di due anni fa in terra americana è l’imperativo della spedizione tricolore. Cominciare col piede giusto nei supergiganti – peraltro tracciati entrambi dai tecnici italiani – potrebbe essere l’ingrediente perfetto per la ricetta vincente. Gare veloci e prova a squadre (non più un divertimento, visto che dal prossimo anno sarà inserita nel calendario olimpico) a mezzogiorno, gigante e slalom con prima manche alle 9.45 e seconda alle 13 (diretta su Rai Sport 1).