«Signori si nasce, e, modestamente, io lo nacqui». La scritta campeggia sopra il busto in bronzo di Totò che ci osserva dall'angolo di Salita Capodimonte. Siamo nel cuore del Rione Sanità dove il Principe della risata nacque nel 1898 tra i vicoli dove convivono chiese barocche e case fatiscenti, palazzi nobiliari e bassi scavati nel tufo. Lo scorso 29 maggio i "nipotini" di Antonio De Curtis hanno suonato per lui a San Vincenzo alla Sanità, la stessa chiesa in cui 50 anni fa si svolse il terzo funerale di Totò. Sono loro, gli ottanta ragazzi dell'"Orchestra Sanitansamble" i piccoli grandi protagonisti di una rinascita culturale e morale del Rione Sanità che sta dando risultati sorprendenti, a dispetto delle tristi cronache recenti.
L'ensemble sinfonico, fondato nel 2008 e divenuto associazione nel 2014, è arrivato a suonare su Raidue con Mika, per il Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano e ben due volte da papa Francesco in Vaticano. Il tutto nacque grazie all'intuizione dell'associazione L'Altra Napoli Onlus e all'impegno di padre Antonio Loffredo, parroco della Sanità. «Mi sono state affidate 5 parrocchie, molte chiese erano chiuse o malconce – ci racconta l'energico padre Antonio –. Quando arrivai mi resi conto che occorreva coinvolgere la popolazione locale per valorizzare lo straordinario patrimonio culturale della Sanità e dare alla gente un'opportunità. Perché la bellezza crea bellezza».
Negli ultimi dieci anni uno dei quartieri più difficili di Napoli ha cambiando volto, grazie a ben 30 enti no profit che vi lavorano. Attivissimi la Paranza e Fondazione San Gennaro che si sono occupati del restauro e delle visite alle Catacombe di San Gennaro e alle Catacombe di San Gaudioso dando lavoro a 200 giovani. E se da una parte Sky ha fatto in questi giorni della Sanità il set della nuova durissima serie di Gomorra, per contro ha anche deciso di illuminarla con il primo Sky Arte Festival, svoltosi a maggio proprio in questi luoghi grazie alla collaborazione con padre Antonio e i suoi ragazzi. Ambasciatori di questa rinascita, i giovani musicisti di "Sanitansamble" si ispirano all'esperienza di "El Sistema" un modello didattico con accesso gratuito per bambini provenienti da aree difficili ideato in Venezuela dal maestro José Antonio Abreu. Partita con 25 bambini, "Sanitansamble" oggi conta oltre 80 giovani dai 7 ai 26 anni, musicisti di due formazioni orchestrali (Orchestra Junior e Orchestra Senior) che, sotto la guida di 14 maestri diplomati al Conservatorio e del direttore, il maestro Paolo Acunzo, studiano tutti gli strumenti della musica sinfonica. E anche la qualità musicale è cresciuta: prossimo impegno all'Auditorium Parco della Musica di Roma il 7 giugno. In repertorio dal Va' pensiero di Verdi a La vita è bella di Piovani, da Lascia ch'io pianga di Haendel e a O sole mio. «Soprattutto i ragazzi imparano a lavorare insieme, a diventare buoni cittadini. C'è un netto miglioramento scolastico e la grande soddisfazione è vedere alcuni di loro andare all'Università o al Conservatorio» spiega padre Antonio sorridendo orgoglioso. Sedie nere e leggii campeggiano sotto l'ampia cupola, nel bel mezzo della basilica di Santa Maria alla Sanità, fresca di restauro.
Qui il giovedì i ragazzi provano tutti insieme, oggi, però, ci sono come ogni giorno le lezioni individuali nell'ex canonica messa a disposizione dal parroco. Si entra dal retro della basilica, attraversando un giardino vociante di ragazzini che giocano a calcio, e subito ci si ritrova in una ampio corridoio pitturato con colori vivaci, con cinque stanze da cui si sentono stridere violini acerbi e battere percussioni. Da una di queste sbuca fuori una bambina di 7 anni con una massa di ricci neri, sorride timida col suo violino in mano. La giovane educatrice Martina Giordano e il coordinatore didattico Gabriele Bernardo ci conducono in una sala dove un gruppo di liceali sta discutendo intorno a un tavolo: alcuni giovani musicisti hanno portato in parrocchia dei compagni di scuola per mettere a punto una nuova iniziativa autogestita. «Vogliamo cercare di portare qui i ragazzi di strada per recuperarli» ci spiegano a testa alta, ancora scossi dal recente omicidio di un loro coetaneo. Ragazzi decisi: Chiara che suona le percussioni farà medicina, Vincenzo che suona il flauto traverso si dedicherà ai prodotti per la salute bio, e la bionda Francesca che suona il violino sogna di entrare in politica «per migliorare le cose».
La violinista Rita, 17 anni, fa ripetizioni ai musicisti più piccoli e andrà al Conservatorio: «Ringrazio "Sanitansamble" che mi ha fatto scoprire il valore culturale del suonare: se non ci fosse stata la musica, cosa avrei fatto in questo quartiere?». Si intuiscono nelle sue parole, tutte le difficoltà dei ragazzi di questo rione che hanno deciso di prendere in mano le proprie vite. «Siamo cresciuti moltissimo» ci racconta Ciro Nesci, direttore esecutivo di "Sanitansamble" e vicepresidente della Fondazione Pianoterra. «La sfida è portare una formazione di altissima qualità in un territorio che ne è privo, un quartiere di 30mila abitanti che ha una densità di 10mila abitanti per chilometro quadrato e il più alto tasso di evasione scolastico d'Europa con una media del 30% e picchi del 37%. Offriamo una possibile alternativa a questi ragazzi che spesso finiscono nella malavita organizzata perché non hanno altri parametri di comportamento». Ora è appena partita la nuova sfida, l'Orchestra Giovanile Regionale (dai 16 ai 26 anni) che varca i confini del Rione Sanità per accogliere ragazzi di altre zone di Napoli e regione.
A Napoli 80 ragazzi, dai 7 ai 26 anni protagonisti delle due orchestre giovanili di "Sanitansamble". Il parroco: «Cultura, come alternativa al crimine»
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