giovedì 22 novembre 2012
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«È la seconda volta che partecipo a Jubilmusic e ho accettato ben volentieri perché è una manifestazione che ai giovani non propone solo musica, ma parla della nostra vita». Antonella Ruggiero, splendida interprete solista dopo i fasti anni 70 e 80 insieme ai Matia Bazar, torna sul palco dell’Ariston di Sanremo sabato prossimo per il gran finale della la XIV edizione di Jubilmusic che si apre oggi. Tre giorni di grande musica e incontri di riflessione per migliaia di ragazzi (dalle elementari all’università) che affolleranno la città dei fiori per il festival internazionale di christian music promosso dalla diocesi di Ventimiglia-Sanremo e dall’associazione Sanremo Soul Music, col sostegno del Comune di Sanremo. La Ruggiero sarà l’ospite speciale di sabato, insieme a centinaia di artisti e testimoni di fede.Signora Ruggiero, ancora una volta all’Ariston, che peraltro l’ha vista tante volte protagonista per il Festival della canzone.Torno volentieri perché rispetto al Festival, vetrina importantissima per un artista, l’Ariston con Jubilmusic diventa qualcosa di diverso. È un’occasione importante di incontro con i giovani in un momento storico in cui sono molto penalizzati. A Sanremo viene proposta musica ricca di valori, che parla degli argomenti fondamentali della nostra esistenza.Forse fra questi ragazzi rivede anche suo figlio?Lui studia all’università e conosco anche i suoi amici. Sono giovani pieni di voglia di impegno, mai depressi nonostante tutto. La società negli anni 80 e 90 ci ha fatto credere che il mondo fosse un grande luna park. Ora ci stiamo risvegliando, ma sono fiduciosa. Di gente impegnata ce n’è e ce ne è sempre stata.Lei cosa ha preparato per il palco di «Jubilmusic»?Canterò Echi d’infinito che avevo portato al Festival che racconta, anche attraverso la sua melodia, la speranza e il desiderio di trascendenza. Poi coinvolgerò tutti i ragazzi nel Kyrie della Missa Luba di padre Guido Haazen, basata su musiche congolesi. Ai ragazzi in sala farò tenere il ritmo: voglio che siano tutti coinvolti in questo inno di gioia e di fede.Negli ultimi anni lei ha approfondito lo studio della musica sacra.Nel 2001 ho pubblicato il cd Sacra armonia in cui proponevo arie sacre rare e questo progetto, a sorpresa, ha avuto un grande successo. Ho cantato in tutto il mondo, dalla sinagoga di Berlino al festival di Fez in Marocco. Così ora mi è venuta voglia di un secondo lavoro sulla musica sacra. C’è molto ancora da riscoprire e, soprattutto, da proporre ai giovani.Musica e fede per lei vanno di pari passo?Grazie a Dio, la fede ce l’ho, sono cattolica osservante e ho molto rispetto per tutte le religioni. È il mio modo di vedere e di sentire la vita, bisogna sempre mantenere un’apertura verso l’Assoluto. Anche se credo che talora sia complesso, a volte contraddittorio, applicarlo al nostro essere umani. Quello che amo del cattolicesimo è lo "stare in mezzo". Ci sono figure di sacerdoti e di religiose eccezionali che stanno in mezzo a chi ne ha bisogno.Lei ha cantato anche per Giovanni Paolo II.L’ho incontrato nel suo ultimo viaggio a Loreto. Era molto malato, ma ha voluto essere presente all’incontro con tanti fedeli e con noi artisti. Alla fine della mia esibizione mi sono avvicinata e lui ha detto a me, che non sono niente, "Grazie". Mi ha colpito: era una persona straordinaria.Ora ha nuovi progetti?Presto uscirà un disco, con relativa tournée, sulle arie di Puccini rivisitate in jazz e poi un cd di inediti che lascio sempre indietro perché mi piace sempre sperimentare nuovi progetti.
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