La "remuntada" è fallita.
Alla fine il Mondiale parla spagnolo, con Lorenzo e non solo.
L'impresa di Valentino Rossi era davvero titanica, come scalare
l'Everest con le infradito. Eppure lui ci ha provato e
riprovato, senza risparmiarsi un secondo dei 46 minuti
abbondanti che è durata la sua gara. Ma quell'ultimo posto in
griglia, inflittogli dopo Sepang, era già una sentenza
inappellabile, a meno che davanti non accadesse qualcosa di
imprevedibile.
Invece, il copione che lo stesso Rossi aveva paventato è
stato rispettato alla lettera. E Jorge Lorenzo ha potuto
percorrere indisturbato, anzi "scortato" dalle Honda dei suoi
connazionali, i 30 giri dell'ultimo Gp della stagione, che gli
hanno consegnato il quinto titolo mondiale, il terzo in MotoGp. E in Italia tutti già parlano di "biscottone" ai danni di Valentino.
La "carrera del siglo" a conti fatti ha avuto ben poco di
epico. Piuttosto molto del "biscottone", come l'ha bollata un
amareggiatissimo Valentino: "Ero convinto che sarebbero andati
fino in fondo e così è stato - non si è trattenuto una volta
smessa la tuta - Marquez ha fatto il guardaspalle a Lorenzo.
Sono triste, una grande occasione è sfumata. Peccato perché sono
stato competitivo per tutta la stagione, cercando di costruire
fina dalla prima gara un decimo titolo che avrei meritato".
Non basterà a consolarlo, ma il vincitore morale del Gp di
Valencia è lui. Se non altro per la rincorsa con il coltello tra
i denti, nel disperato tentativo di risalire dall'abisso in cui
l'avevano precipitato i primi giri della gara in Malesia, quando
non era riuscito a dominare la rabbia, finendo per mandare a
terra quel Marquez fastidioso come una mosca.
Al verde Rossi è scattato come inseguito dal demonio e sul
traguardo del primo giro era già 15/o, dopo essersi messo alle
spalle dieci concorrenti in quattro chilometri. Al secondo giro
era 12/o, nono al terzo, quarto al 13/o. E lì la magia si è
arenata perché nel frattempo il terzetto davanti era scappato
via, approfittando della pista libera. Ironia della sorte,
Danilo Petrucci, eletto dai tifosi scudiero di Vale con
l'hashtag "#escilitutti", è finito per terra già nei primi giri.
Rossi ha continuato a spingere, sudandosi i suoi sorpassi uno
ad uno, spinto dal boato delle migliaia di tifosi in giallo che
presidiavano vari settori del circuito. Ma è stata una lotta
contro i mulini a vento. Oltre il piazzamento ai piedi del podio
Valentino non è mai andato, nonostante il passo di gara fosse
molto simile a quello del compagno di team.
Per 30 giri le Honda di Marquez e Pedrosa hanno dato la netta
impressione di essere più veloci della Yamaha, ma senza mai
tradurre questa superiorità in un vero attacco. Anzi, nelle
ultime tornate il ritmo è ulteriormente calato. Infatti Pedrosa,
che aveva perso terreno, è riuscito a recuperare e addirittura
sorpassare Marquez. Che però lo ha subito rimesso al suo posto,
trovando improvvisamente quello spunto che gli era mancato per
tutta la gara. Tagliato il traguardo e rientrato al box Lorenzo
si è inginocchiato ed ha pianto, mentre Rossi salutava i ragazzi
del team e sembrava dire "ci'ho provato, più di così era
impossibile". Se qualcosa Rossi dovrà rimpiangere saranno quei
secondi di follia a Sepang, che l'hanno tagliato fuori dalla
gara decisiva del Mondiale.
Rossi: Marquez è il futuro, ma è un bugiardo
"Marquez è il futuro della MotoGp, un grande talento, ha 22 anni e correrà
per tanti altri. Ma uno che tutto il weekend dice delle bugie,
che a ogni occasione dice che darà il massimo per battere
Lorenzo perchè per la Honda è importante fare primo e secondo
e poi in gara si comporta così, è uno che se ne sbatte i
coglioni di tutti". Valentino Rossi, dopo le dure parole al
termine del Gran Premio di Valencia, rincara la dose e attacca
nuovamente Marquez in conferenza stampa.
"Avevo giusto un pelo
di speranza che non facessero fino alla fine così e invece
Marquez ha deciso di finire il suo lavoro - racconta il Dottore
- Ho rivisto la gara e gli ultimi giri sono stati veramente
penosi perchè andava il doppio di Lorenzo ed è rimasto dietro
senza fare nemmeno un attacco. E dobbiamo ricordarci che
Marquez è uno che attacca sempre, specialmente negli ultimi
giri, ma in generale anche in tutta la gara: a me mi passa
dieci volte a giro. E invece con Lorenzo è stato 30 giri
guardandogli le spalle". Secondo Rossi il 22enne di Cervera "ha
goduto che io l'ho visto, ha trovato felicità anche in
questo".