Non lasciatevi ingannare dalle apparenze. Se sulla carta
Ritorno in classe, il nuovo programma che Tv2000 manda in onda dal prossimo 23 febbraio, può sembrare uno dei tanti reality che la televisione ci propina da qualche anno a questa parte si tratta, appunto, solo di apparenza. I dieci ragazzi coinvolti in questa avventura non vincono niente. O, meglio, non vincono premi in denaro né, tantomeno, diplomi o titoli di studio equivalenti. In palio, per chi vorrà e saprà prenderlo, c’è, come spiega il direttore Paolo Ruffini, «il ritorno del gusto della lettura, del desiderio di sapere cosa succede nel mondo». O, per dirla con le parole del conduttore Marco Presta, «il ritorno della voglia di studiare».Ma andiamo per ordine. L’idea di
Ritorno in classe nasce dai numeri dell’abbandono scolastico che in Italia, per la scuola dell’obbligo, si aggirano intorno al 17%. Un dato decisamente preoccupante che ha convinto Ruffini & co. a prendere dieci di quei ragazzi che fanno parte di quel numero percentuale, metterli, come si diceva una volta, in collegio (nel caso specifico, Villa Nazareth a Roma) e fargli seguire due mesi di lezioni scolastiche: classiche, come italiano e matematica, con professori “normali”, ma anche più curiose come astrofisica o montagna con docenti come l’astronauta Luca Parmitano o lo scrittore Erri De Luca. I ragazzi in questione hanno un’età intorno ai vent’anni, hanno lasciato la scuola per le ragioni più diverse e, spiega Presta, «hanno tutti alle spalle storie intense. Del resto, se ti trovi ad abbandonare la scuola, è chiaro che qualche problema devi averlo o devi averlo avuto». Questi problemi i ragazzi di
Ritorno in classe li racconteranno nelle sei puntate di prima serata previste, nello studio di Tv2000 in cui Marco Presta ospiterà anche i loro familiari ed amici, mentre nella striscia quotidiana che completerà la messa in onda li vedremo nella loro vita di tutti i giorni in collegio. Presta puntualizza: «Sia chiaro, a noi non importa granché del reality. Quello che ci interessa è il cambiamento. Certo, le telecamere ci sono, è innegabile. E sappiamo che in Italia la telecamera ci fa un certo effetto anche se è quella della banca o dell’ufficio postale. Ma con
Ritorno in classe noi non vogliamo lanciare nessun nuovo personaggio televisivo. I nostri ragazzi hanno deciso di fare questa esperienza esclusivamente per rimettersi in gioco». E Tv2000 è ben felice di ospitarli anche perché, fa notare Ruffini, «il progetto è in linea con quello che ci ripete spesso papa Francesco a proposito della cultura dello scarto, della necessità di considerare le persone per ciò che sono.
Ritorno in classe ci fa sentire parte di un messaggio condiviso che è quello dell’attenzione all’altro». In questo progetto Marco Presta è stato coinvolto perché, prosegue Ruffini, «ha grande capacità di empatia con le persone, riesce a tirare fuori dagli altri la loro verità. E questo è fondamentale in un programma come quello di cui stiamo parlando». Presta, dal canto suo, assicura di non avere «pruriti televisivi. Voglio rassicurare il pubblico, il mio lavoro è e rimane la radio (da anni, con grande successo, conduce su Radio2
Il ruggito del coniglio insieme ad Antonello Dose,
ndr)». Però, visto che di mestiere parlo con la gente, mi è piaciuta l’idea di poterlo fare per una volta in maniera diversa attraverso questo programma». Che è solo uno dei nuovi tasselli che Ruffini sta man mano aggiungendo al palinsesto di Tv2000: «Il mio mandato è fare una televisione ispirata ai valori cristiani e cattolici ma con l’ambizione di essere interessante per tutti. Siamo piccoli ma non vogliamo essere una tv di nicchia». In questo senso vanno letti l’arrivo di Licia Colò, che dal 6 febbraio partirà anche con una striscia quotidiana,
Animali e animali, dedicata ad ambiente, cibo e natura, e quello, pur se a tempo determinato, di Marco Presta. Tornando a
Ritorno a scuola, Ruffini conclude: «Ci tengo a dire che non sarà un programma piagnone. Senza nulla togliere all’educational, il nostro sarà un racconto leggero dei dieci ragazzi e della loro esperienza di riavvicinamento alla cultura. Che, per usare lo slogan utilizzato quando lavoravo alla radio, non fa rima con scocciatura». Da segnalare che
Ritorno a scuola è realizzato in convenzione con il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e che il ministro Stefania Giannini sarà ospite in una delle puntate di prima serata.