Una scena del film "La rosa blu"
Le storie vere hanno una forza intrinseca, anche quando vengono trasfigurate dalla fantasia. Ha questa caratteristica il breve film La rosa blu, domani in onda alle 18.40 su Rai Play e Rai Premium in occasione della Giornata mondiale della sindrome di Down, presentato ieri mattina nella Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi con gli interventi, fra gli altri, dei ministri Elena Bonetti (Pari opportunità), Erika Stefani (per le Disabilità), Patrizio Bianchi (Istruzione).
Tre ragazzi umbri sono i protagonisti del racconto, da loro scritto e ideato: i fratelli Miriam e Samuele Rustici hanno voluto sintetizzare come la presenza nella loro vita della sorella quindicenne Rebecca (che interpreta se stessa anche nella finzione, con il nome di Martina), nata con trisomia 21, faccia la differenza. La disegnano come una rosa dal colore inedito, blu appunto, ma non per questo meno bella e interessante delle altre rosse fuoco. Perché «le rose non sono di un solo colore, possono avere mille sfumature». Supportato dalla mamma Maria Letizia Fiorelli, insegnante di lettere al Liceo classico di Foligno e presidente dell’associazione Dream More, il progetto si è concretizzato e trasformato in una sorta di fiaba grazie alla collaborazione con Antonio Parciasepe, direttore artistico del Troisi Festival, e a Rai per il Sociale, che ha deciso di coprodurre il film con la regia e la sceneggiatura firmate da Geppi Di Stasio e Davide Cincis.
«È una storia commovente che entra sotto la pelle, per la forza del messaggio che vuole trasmettere inclusione. Un capolavoro nato dalla forza e dal coraggio di una famiglia che ha trasformato il dolore in energia positiva; un esempio di coraggio e dignità da cui alcune delle nostre istituzioni e buona parte della politica dovrebbero prendere linfa per migliorare la loro capacità di essere vicini a quella parte d’Italia più forte nei valori e nella dignità», ha sottolineato Giovanni Parapini, direttore di Rai per il Sociale, auspicando che La rosa blu «possa rappresentare il simbolo di una rinascita solidale». Fra gli interpreti principali, l’attore Enzo Decaro, che ha voluto evidenziare come riguardo ai temi della disabilità «stia aumentando la coscienza, la massa critica. Maria Letizia, mamma e insegnante, ha avuto la volontà di condividere la realtà da lei vissuta: prima il terremoto, poi l’accettazione di una bambina Down. Quella che sembrava una tragedia si è rivelata una benedizione». E a proposito di Rebecca, l’adolescente che ha ispirato il film (domani al centro della puntata di O anche no, Rai 2, ore 9.20), ha commentato: «È un contagio di amore forte», invitando a riscoprire grazie alle persone con disabilità «la semplicità che forse abbiamo perso. Questo lavoro rappresenta un cambio di direzione: negli ultimi anni la sindrome di Down è stata rappresentata nei programmi televisivi, ma attenzione a non porre asticelle troppo alte, perché la società chiede prestazioni sempre più efficienti. La rosa blu parla invece della eccezionale normalità della diversità». Per dirlo con la professoressa Fiorelli, «vince la cultura della vita, perde la cultura dello scarto».