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La Serie A minaccia lo stop della 1ª giornata DI LUCA MAZZA È la classica “mina vagante” la mancata firma del contratto collettivo dei calciatori. Se fino a pochi giorni fa la minaccia più seria al puntuale inizio del campionato di Serie A era rappresentata dagli effetti dello scandalo Calcioscommesse, adesso la situazione è cambiata. Con un processo sportivo lampo, si prevede infatti che le sentenze definitive possano arrivare entro un paio di settimane al massimo e senza particolari stravolgimenti per i calendari, già stilati, di A e B. Ma i vertici del pallone non avevano fatto i conti con i principali protagonisti del calcio. I giocatori, senza la ratifica dell’accordo, si dicono pronti a non scendere in campo per la prima giornata del 27 e 28 agosto. Un’intesa di massima tra Lega di A e Aic (Associazione italiana calciatori) era già stata trovata il 30 maggio scorso. Poi però, al momento della firma, qualcosa è cambiato e le due parti sono entrate in contrasto. Alla presa di posizione unanime dei giocatori (tutti i capitani delle 20 squadre della massima serie hanno sottoscritto la lettera firmata dal presidente dell’Aic Damiano Tommasi) sono seguite le classiche polemiche sui giocatori ricchi e privilegiati, che non dovrebbero nemmeno pensare all’idea di scioperare, soprattutto in considerazione delle difficoltà economiche in cui versa attualmente il Paese. In realtà però, secondo quanto sostengono i calciatori, non si tratta di una questione di soldi ma di diritti. Il pomo della discordia è rappresentato infatti dall’articolo 7, ovvero quello sulla gestione dei fuori rosa: gli “indesiderati” sotto contratto costretti ad allenarsi in disparte rispetto agli altri compagni di squadra. La Lega però non sembra voler cedere sotto questo aspetto, pressata da molte società, soprattutto di vertice, alle prese con un parco giocatori vastissimo e di difficile gestione. Nella loro battaglia gli atleti sembrano aver trovato come alleati i tecnici. Il presidente dell’Assoallenatori, Renzo Ulivieri, comprende le ragioni di chi protesta: «Chi guadagna tanto non deve essere per questo motivo trattato come merce - ha detto Ulivieri intervenendo alla trasmissione “Non solo sport” sulla Radio Vaticana - . E poi non capisco perché sia stato messo tutto in discussione dopo che si era trovato un accordo di massima». Il presidente dell’Assoallenatori lamenta inoltre il mancato coinvolgimento della categoria che rappresenta: «Noi auspichiamo una conclusione pacifica della questione - ha aggiunto - . Certo ci è dispiaciuto di non essere stati direttamente coinvolti al tavolo della trattativa, anche perché penso che in merito ai fuori rosa il parere dei tecnici abbia un peso specifico non indifferente». Dopo lo scontro di due giorni fa, con toni particolarmente accesi da entrambe le parti, il clima di ieri era certamente più disteso e ora le possibilità di arrivare ad un accordo sono aumentate. Lo stesso Tommasi, pur ribadendo che quella dei calciatori non è una casta, si è detto ottimista: «Credo ci sia tutto il tempo per chiudere il caso prima dell’inizio del campionato ». Anche il presidente della Lega di A, Maurizio Beretta, si è mostrato disponibile a un confronto sereno: «Possiamo firmare in qualsiasi momento, lo sciopero non avrebbe senso e ci sono tutte le possibilità di evitarlo ». L’occasione giusta sembra essere l’assemblea in programma il 19 agosto. Nelle ultime ore si sta pensando anche di anticipare l’incontro di qualche giorno.