C’è una Roma blindata nell’area nord della capitale, ma il motivo scatenante delle attenzioni rivolte attorno allo stadio non deriva solo dalla sfida-Champions in programma fra i padroni di casa e i campioni d’Europa (disputata ieri sera, ndr). Di fronte all’Olimpico, area Farnesina, c’è la riunione (a porte chiuse) dei ministri dello sport dell’Unione Europa, una «due giorni di lavori», cui partecipa fra gli altri il presidente dell’Uefa Michel Platini, giunto da queste parti per celebrare l’accordo di cooperazione tra Uefa e Commissione europea siglato qualche giorno fa a Bruxelles. Così la città eterna, gratificata recentemente dall’opportunità di ospitare alcuni match della fase finale di Euro 2020, si riaffaccia nel mondo della politica sportiva quasi a far intuire oltre confine che, nonostante i problemi di due presidenti di prima fascia - Malagò, assorbito dalla querelle Coni-Federnuoto e Tavecchio, che sta pagando dazio per la gaffe - Optì Pobà - il sistema Italia sa resistere anche a qualche cataclisma. È’ stato ufficialmente un «meeting informale», quello della Farnesina e, organizzato in occasione della Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea, ha avuto un protagonista su tutti, ovvero proprio l’ex numero 10 della Juventus e della Francia, pronto a dettare i principi di base su cui deve poggiare il futuro: onestà, sostenibilità e solidarietà. “Le Roi” ha puntato l’indice verso le cosiddette proprietà di terzi dei calciatori e nei confronti di chi non rispetta il fair play finanziario promosso dalla Uefa per salvaguardare il futuro del calcio europeo a livello di club. «La proprietà di terze parti dei calciatori - ha spiegato Platini - comporta che un giocatore venga letteralmente suddiviso per interessi economici che vengono, a seguire, condivisi tra uno o più fondi di investimento». Poi ha aggiunto: «I giocatori perdono la loro libertà contrattuale, mentre i proprietari del cartellino fanno un abuso del potere d’acquisto per fini lucrativi a spese dei calciatori. In poche parole, vengono privati del libero arbitrio». L’ipotesi del francese nel merito del rischio è dura, ma realista: «Se lo stesso proprietario ha più giocatori in squadre diverse, magari della stessa competizione, l’incubo delle partite truccate diventerebbe più di un semplice pensiero nelle teste malate di questi agenti. E i valori fondamentali di integrità e trasparenza, che dovrebbero essere parte integrante nello sport, verrebbero così disprezzati e violati». Dal rischio-combine alla questione fair play finanziario, il passo è stato molto breve. Secondo l’erede di Lennart Johansson «le misure intraprese avevano l’obiettivo di garantire il futuro del calcio europeo e l’Uefa è stata costretta ad agire in quanto molti club erano vicini alla rovina dal punto di vista finanziario. Le perdite aggregate tra i club europei, che avevano raggiunto 1,7 miliardi di euro nel 2011 - ha anche aggiunto - sono scese a ottocento milioni nel 2013, un calo di oltre il cinquanta per cento in meno di due anni. E ora stiamo andando nella giusta direzione». In linea con Platini - con il quale ha pranzato - il n. 1 del Coni, Giovanni Malagò, che nell’arco della mattinata, a margine del congresso sportivo, ha trovato il tempo di andare nel ritiro del Bayern per fare gli onori di casa a poche ore dalla sfida-Champions: «Il fair-play finanziario deve essere rafforzato a livello europeo e sia impegno per la giustizia e l’equità. Il trattato Ue contiene i principi della dimensione dello sport, promuovendo equità e giustizia. L’Europa - ha poi aggiunto - ha dimostrato nei decenni di saper superare molti ostacoli e di poter ottenere grandi successi». Poi il presidente del Coni, dopo aver sottolineato l’aspetto dei valori («Il mondo dello sport è fatto di valori morali ed etici, abbiamo il compito di fare il possibile perché le persone perseguano questi valori») si è soffermato sulla questione economico-sportiva: «Serve una nuova era per i mega eventi e i benefici per la nazione ospitante e i suoi abitanti devono essere un certezza. Non è più tempo di sprecare risorse mettendo pressione alle comunità locali». Presente anche il Sottosegretario Graziano Delrio, pronto a spiegare che «anche l’Italia è pronta a firmare la convenzione europea contro il match fixing». L’allerta sulle “combine” è stata puntualizzata inoltre anche dalla Commissaria europea allo sport, Androulla Vassiliou: «La convenzione contro il match fixing è all’esame del servizio giuridico e presto sarà firmata». L’ultima parola spetta sempre al re, Platini che ribadisce «no alla moviola in campo» e boccia la rielezione di Sepp Blatter alla presidenza della Fifa. «A Blatter voglio bene, ma quattro anni fa ha chiesto il nostro sostegno dicendoci che sarebbe stata la sua ultima candidatura alla presidenza della Fifa. Ora viene a chiederci di nuovo di supportarlo, ma gli ho risposto che non lo faremo più, abbiamo bisogno di aria fresca».