Che Serbia-Albania fosse una partita ad
alto rischio lo si sapeva già. E non a caso l'incontro era stato
vietato alla tifoseria ospite. Ma quanto successo ieri a
Belgrado, durante l'incontro di qualificazione per Euro 2016, va
oltre lo sport. E anche più in là della rivalità politica. Che
quando si tratta di serbi e albanesi è piuttosto accesa. La gara
è degenerata verso la fine del primo tempo. Ed è poi finita in
rissa, costringendo l'arbitro al fischio finale anticipato.
Poco prima dell'intervallo, un drone con una bandiera della
Grande Albania, con la scritta "Kosovo autoctono" e la data del
1912 a ricordare la rivolta albanese, ha sorvolato il Partizan
Stadium, planando verso il campo. L'arbitro Atkinson ha sospeso
brevemente il gioco e uno dei calciatori serbi, Mitrovic, è
riuscito ad afferrare la bandiera, gettandola via. Un gesto,
ritenuto offensivo dagli avversari, che ha dato il via agli
scontri.
I calciatori albanesi si sono avventati sugli avversari, ne è
nata una mega-rissa che ha coinvolto anche alcuni tifosi serbi.
Tra quelli che sono riusciti a scendere in campo c'è stato anche
una vecchia conoscenza delle autorità di polizia italiane, Ivan
Bogdanov, detto "il terribile", ultras serbo arrestato a Genova
per disordini durante Italia-Serbia del 2010. Inutile, a quel
punto, il tentativo del direttore di gara di far riprendere il
gioco.
Ma la personale 'partità tra serbi e albanesi è proseguita
anche fuori dallo stadio del Partizan. Secondo quanto si è
appreso da fonti di Belgrado e riportato su alcuni quotidiani
internazionali, le autorità serbe hanno arrestato Orfi Rama, il
fratello del primo ministro albanese Edi Rama; secondo gli
inquirenti locali, sarebbe stato lui a progettare e pilotare il
drone sullo stadio.