mercoledì 15 ottobre 2014
Gara degenerata nel primo tempo, in campo drone con bandiera inneggiante al Kosovo. ​Coinvolto anche l'ultras "Ivan il terribile". Arrestato fratello del primo ministro albanese Rama.
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Che Serbia-Albania fosse una partita ad alto rischio lo si sapeva già. E non a caso l'incontro era stato vietato alla tifoseria ospite. Ma quanto successo ieri a Belgrado, durante l'incontro di qualificazione per Euro 2016, va oltre lo sport. E anche più in là della rivalità politica. Che quando si tratta di serbi e albanesi è piuttosto accesa. La gara è degenerata verso la fine del primo tempo. Ed è poi finita in rissa, costringendo l'arbitro al fischio finale anticipato. Poco prima dell'intervallo, un drone con una bandiera della Grande Albania, con la scritta "Kosovo autoctono" e la data del 1912 a ricordare la rivolta albanese, ha sorvolato il Partizan Stadium, planando verso il campo. L'arbitro Atkinson ha sospeso brevemente il gioco e uno dei calciatori serbi, Mitrovic, è riuscito ad afferrare la bandiera, gettandola via. Un gesto, ritenuto offensivo dagli avversari, che ha dato il via agli scontri. I calciatori albanesi si sono avventati sugli avversari, ne è nata una mega-rissa che ha coinvolto anche alcuni tifosi serbi. Tra quelli che sono riusciti a scendere in campo c'è stato anche una vecchia conoscenza delle autorità di polizia italiane, Ivan Bogdanov, detto "il terribile", ultras serbo arrestato a Genova per disordini durante Italia-Serbia del 2010. Inutile, a quel punto, il tentativo del direttore di gara di far riprendere il gioco. Ma la personale 'partità tra serbi e albanesi è proseguita anche fuori dallo stadio del Partizan. Secondo quanto si è appreso da fonti di Belgrado e riportato su alcuni quotidiani internazionali, le autorità serbe hanno arrestato Orfi Rama, il fratello del primo ministro albanese Edi Rama; secondo gli inquirenti locali, sarebbe stato lui a progettare e pilotare il drone sullo stadio.
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