Avviso ai naviganti: se nella prossima notte degli Oscar sul red carpet comparirà la sagoma di una suora (di clausura), non preoccupatevi: nessuna buffonata, è un’autentica religiosa. Con un passato da attrice visto che è stata la "spalla" cinematografica di Elvis Presley e Anthony Quinn. E ha addirittura presentato una serata degli Oscar.In fondo, Dolores Hart, abbadessa dell’abbazia benedettina Regina Laudis a Bethlehem, nel Connecticut sembra un personaggio da film. Al punto che a Hollywood la 74enne «sorella» sarà presente nelle vesti di protagonista di un documentario che concorre per la mitica statuetta d’oro nel sua categoria, Si intitola
God is The Bigger Elvis> («Dio è più grande di Elvis»), l’hanno girato Rebecca Camissa e Julie Anderson, intrufolatesi tra le 38 sorelle del monastero della Hart per documentarne la vita scandita da preghiera e lavoro.Agli occhi dei profani, la vita dell’attuale suora di clausura Dolores Hart sembrava aver tutto quello che una giovane promessa del cinema potesse sognare: 10 film nella seppur breve carriera, compresi due ruoli da co-protagonista con Elvis Presley (
Loving You nel 1957 e
King Creole l’anno seguente); e poi ancora
Wild is the Wind con Anthony Quinn; altri lungometraggi con George Hamilton e Montgomery Clift. E, guardando ancora all’imminente notte degli ambitissimi premi, tre presenze agli Oscar: nel 1959 fu addirittura una delle presentatrici della "notte delle stelle".Una vita decisamente movimentata, quella di sorella Dolores: i genitori, entrambi attori, divorziati che lei era ancora bambina; la vita a Hollywood insieme alla madre; le prime recitazioni nel film di successo; il fidanzamento con l’industriale Don Robinson; le riviste che la pronosticavano come una nuova Grace Kelly; il bacio di 15 secondi con il Re del rock ’n roll: «Nel film durò 15 secondi, ma ormai dura da 40 anni» ammetteva in un’intervista, facendo eco alle tante domande sulla sua (presunta e sempre smentita) liaison con Presley.Tutto cambiò con quella che, al quotidiano
Usa Today, lei stessa ha definito «la cosa misteriosa chiamata vocazione. È una chiamata che arriva da un altro posto che chiamiamo Dio. È un appello di amore». All’origine vi fu – siamo a cavallo dell’inizio degli anni Sessanta – una visita "galeotta" all’abbazia di Bethlehem in un momento di stress durante la carriera di attrice: «Visita dopo visita, iniziai a notare che, ogni volta che ci venivo, era sempre più difficile partire. Mi sentivo come a casa». Intanto un segno premonitore c’era stato, e di "livello": a Roma per girare un film su San Francesco (lei impersonava Santa Chiara), fu ricevuta da papa Giovanni XXIII che le profetizzò: «Tu sei Chiara».Rotto il fidanzamento con Robinson, Dolores entra nel 1962 in monastero (ci esce di rado, l’ultima volta a gennaio per una conferenza-testimonianza nel New Jersey) di cui è diventata superiora 11 anni fa. Curiosamente, dal 1990 è ritornata ad esser membra, su iniziativa dell’allora presidente Karl Malden, dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, e in questa veste riceve ogni anno i film su cui esprimere un giudizio: «Quest’anno ho apprezzato particolarmente il Brad Pitt di
Moneyball e Meryl Streep in
The Iron Lady».