Nella domenica delle “rinascite” il trono spetta ad Alessandro Nesta. Ma prima di incensare a ragione, la forma mondiale dell’uomo che non vuole più l’azzurro, c’è da aggiornare la lista delle rinascite. A cominciare da quella del Napoli di De Laurentiis che torna sotto i riflettori grazie alla mano concreta di Walter Mazzarri: in 2 gare alla guida dei partenopei ha ottenuto il massimo, 6 punti, e l’Europa non è più un miraggio. Nella Samp si parla sempre della vittima nazionale Cassano e del suo gemello del gol Pazzini, mentre con 5 reti già segnate, si segnala la seconda vita di Daniele Mannini, non più solo figlio d’arte o dissidente involontario dell’antidoping. Le rinascite sono sempre frutto di cambiamenti e a volte anche a cambiare allenatore ci si guadagna. Bologna a parte, che aveva uno specialista in salvezze (Papadopulo) e al cambio vola sempre più basso con Colomba, hanno beneficiato degli esoneri, il Napoli, l’Atalanta passata al musicale Antonio Conte e il Livorno appena preso da Serse Cosmi. Dallo spettro della B a Livorno “Cosmico” con il Serse che mette in crisi la Roma e la panchina seminuova di Ranieri. Scricchiola quella di Ballardini alla Lazio. E Lotito che oltre che di latino si intende anche di matematica, ha sicuramente conteggiato che i punti di Lazio (10) e Roma insieme (11) non arrivano a quelli della capolista Inter (22). Quel-l’Inter che adesso è più vicina al Milan anche grazie alle prodezze di Nesta nelle insolite vesti di goleador (doppietta vincente al Chievo). Fino a pochi mesi fa, c’erano molti dubbi che il centrale difensivo rossonero potesse tornare a giocare a pieno ritmo. Ma oggi Nesta li ha spazzati via tutti: dall’intervento alla schiena che lo ha tenuto fuori l’intera scorsa stagione è tornato in piena forma, in grado anche di essere decisivo. «Mi sono riposato un anno intero...», scherzava a inizio stagione, quando le sue eccellenti prestazioni cominciavano a fare notizia. E in effetti ora le sue gambe stanno girando a pieno ritmo, permettendogli di sfoggiare la stessa classe che, con le maglie di Lazio e Milan, lo hanno fatto diventare uno dei migliori difensori centrali degli ultimi quindici anni. Eppure, non è facile il mestiere di Nesta. Al suo fianco ha un giovane partner come Thiago Silva da guidare con autorità («Sandro è incredibile, mi piace molto giocare accanto a lui, mi trasmette molta sicurezza», dice il brasiliano); e spesso si trova a dover tamponare le falle lasciate dai terzini. Galliani è al settimo cielo per questo ritorno in grande stile del suo difensore. «Nesta ha superato il suo problema fisico e dopo l’operazione è migliorato molto, a livello umano e non solo: in questo momento è una grande persona. La Nazionale? Se volesse ripensarci e rinunciare a quel mese di ferie per rispondere alla chiamata di Lippi ne guadagnerebbe sicuramente l’Italia». Con questo Nesta e il ritorno a gennaio di David Beckham, «mancano solo le firme con i Galaxy», sottolinea Galliani, il Milan si ripropone come l’antagonista principe dell’Inter. Etichetta che Galliani però rifiuta, «perchè porta sfortuna». Quello che conta per Galliani è la «crescita dell’autostima » di questo gruppo che «è sempre stato coeso». Massima fiducia dunque alla squadra e soprattutto a Leonardo che adesso passa per un genio. «Il calcio è così - dice Galliani - quando vinci sei un genio, quando perdi sei un imbecille: bisogna accettare le regole».