È morto Andre Glucksmann. Il
filosofo francese, noto per il suo impegno per i diritti umani,
aveva 78 anni ed è spirato nella notte di lunedì. Ne ha dato
notizia il figlio con un post su Facebook: "Il mio primo e
migliore amico non c'è più", ha scritto. "Ho avuto - prosegue
il post - una incredibile opportunità di conoscere, ridere,
discutere, viaggiare, giocare, fare tutto e nulla con un uomo
buono e eccellente".
Espressione intellettuale del maggio
francese, Glucksmann aveva fatto parte con Bernard-Henri Levy
della corrente dei "nouveaux philosophes". Alla fine degli anni
Settanta insieme con Jean Paul Sartre e l'intellettuale
liberale Raymond Aron fece fronte comune per il sostegno ai
"boat people", in fuga dal Vietnam comunista.
L'impegno per i diritti umani, infatti, era per Glucksmann
una costante a prescindere e contro le prese di posizioni
ideologiche, tanto da spingerlo a lanciare un appello per il
voto al candidato della destra Nicolas Sarkozy nella corsa
presidenziale del 2007 ignorando la candidata socialista
Segolene Royal.
Il totalitarismo in tutte le sue forme era il suo nemico,
per battere il quale Glucksmann non esitò a chiedere
l'intervento armato in quelle circostanze che esigono uno
schieramento militare a difesa dei più deboli. Fu il caso
della guerra nel Kosovo nel 1999, che lo vide invocare un
attacco contro la Serbia. "Il discorso della guerra" è uno dei
suo libri più importanti, in grado di suscitare il dibattito
all'interno della sinistra europea sulla giustezza o meno del
ricorso alla violenza per fermare un dittatore, come nel caso
di Saddam Hussein e dell'intervento in Iraq nel 2003.