mercoledì 25 agosto 2021
Grazie alla tecnologia del video-mapping va in scena “Drama De Antiquis - Fantasite 5.0”: fra attori, musicisti e ballerini il vissuto quotidiano e gli intrighi di duemila anni fa
L'antica Roma sul palco della villa (in restauro) di Minori
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L'Italia riparte dalle sue bellezze. Torna a nuova vita la Villa marittima di Minori che ammaliò gli antichi romani. È nota la loro passione per gli ozi da trascorrere negli scenari conturbanti del golfo di Napoli e dell’isola di Capri, un po’ meno lo è quella per gli scorci anche della Costiera amalfitana. La villa è un piccolo gioiello architettonico, esaltato da un fascino condito di mistero: poco si sa infatti della sua storia, né chi la possedesse (forse un senatore romano), né quando fu abbandonata del tutto. Ora, da febbraio questo sito archeologico risalente al I secolo dopo Cristo beneficia di un finanziamento di 5 milioni di euro per il restauro. E, soprattutto, dai primi di giugno ha riaperto i battenti dopo un anno e mezzo di “fermo” legato al Covid e al lockdown.

Fino al 2019, ultimo anno in cui le visite ai musei ancora non erano limitate per il Coronavirus, era il secondo museo più visitato della provincia di Salerno, in netta crescita.Per festeggiare questa “rinascita” il complesso torna ora ai fasti di una volta in occasione di “Gusta Minori”, kermesse in corso fino a domenica 29 basata sull’orgoglio delle tradizioni locali, a cavallo fra storia e gastronomia, e giunta alla 25ª edizione (fu avviata nel 1997, quando la Costiera fu dichiarata patrimonio Unesco dell’umanità, da Peppe Barra, oggi cittadino onorario). Per tre sere, dal 26 al 28 agosto, andranno in scena tre spettacoli quotidiani di Drama De Antiquis - Fantasite 5.0. Un dramma d’amore ambientato proprio nella villa romana dove, con la tecnologia del video-mapping, fra attori, musicisti e ballerini – in costumi da antica Roma – si rivivranno il vissuto quotidiano e gli intrighi di duemila anni fa.

Il pubblico (Green pass alla mano) sarà avvolto «da sonorità musicali inedite – spiega il direttore artistico Gerardo Buonocore – che idealmente lo trasporteranno in quell’epoca antica».L’unico dato certo della villa, di cui colpisce la bellezza delle rifiniture interne, è la sua datazione nell’età giulio-claudia, alla vigilia del periodo di massima prosperità dell’Impero romano (il cui apice viene tradizionalmente collocato nel 117 d.C., sotto l’imperatore Traiano). Si tratta di un edificio che ha una particolarità, abbastanza comune per siti di quell’epoca: era enorme, talmente esteso (circa 2.500 metri quadrati su due piani) che fu proprio in seguito all’abbandono che su di esso si sviluppò il nucleo originario della località odierna.

Come accaduto con altre città sviluppate all’interno di enormi ville romane abbandonate a fine impero (il caso più noto è quello di Spalato, in Dalmazia), Minori nacque così. Lo dimostra una parte dell’antica piscina che faceva parte delle terme della villa, oggi incastonata fra i palazzi del centro, scoperta per caso a fine Ottocento durante dei lavori. Altre sensazioni verranno dai geo-archeo trekking, curati dall’Archeoclub d’Italia, per far scoprire al pubblico gli antichi sentieri dei limoneti, da Minori a Maiori: «Questa esperienza rappresenta – dice il presidente Rosario Santanastasio – un nuovo modo di leggere il territorio andando a conoscerlo anche negli aspetti geologici ed archeologici. È la nuova frontiera del turismo all’aria aperta».

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