L'amico Berruto vorrebbe scrivere “poeticamente”, come Umberto Saba, del portiere volante che segna il gol dell'insperato pareggio. Ma il gol del 2-2 del Benevento con il Milan di Alberto Brignoli di domenica 3 dicembre è roba per filosofi, da metafisica aristotelica, da «storia della follia» erasmiana o di Focault, che non ci risulta abbia fatto il portiere come l’uomo in rivolta Camus, ex n.1 negli anni pestiferi algerini.
La storia odierna racconta che un portiere della Maleventum calcistica, il miserando neopromosso Benevento, ancora a quota 0 punti fino al 95’ della 15ª giornata, avanzava follemente nell’area avversaria per il corner che, da triste e finale - forse per volere delle Streghe sannite - si trasformava in apoteosi. Brignoli incorna quella palla spiovuta dal mondo iperuranico con la freddezza di un attaccante di razza: una spizzicata degna di un testina d’oro d’antan come Roberto Bettega. Spettacolare.
D’ora in poi proponiamo un annuale “Premio Brignoli-Bettega” per ogni prodezza da portiere goleador. Razza pazza e soprattutto rara, quella a cui entra di diritto Brignoli. Il portiere di proprietà della Juventus ma che a 26 anni e data l’acerrima concorrenza nel ruolo sembra sempre più distante da un ritorno a Vinovo.
Ma mai dire mai, specie dopo questo colpo di “scopa”. Al limite potrebbe sperare in un futuro da riserva bianconera, destino che toccò in sorte a Rampulla, altro portiere goleador che 25 anni fa, nell'arrembaggio finale della Cremonese a Bergamo, infilò la porta dell’Atalanta(1-1).
L’almanacco del giorno dopo informa che il portiere-bomber è spesso di scuola juventina, come dimostra il leggendario Lucidio “Cochi” Sentimenti, alias il IV della nobile dinastia dei cinque fratelli calciatori di Bomporto (Modena). “Cochi” in bianconero c’arrivò nel 1942, a 22 anni, e nella Vecchia Signora giocò assieme a suo fratello Vittorio, il bomber “Ciccio”, Sentimenti III. Una domenica i due sfidarono il Napoli che in porta schierava Arnaldo, Sentimenti II, e quando l’arbitro decretò il calcio di rigore per la Juve, Vittorio, il rigorista, si rifiutò. «Va bene tutto, ma non dover fare gol a un fratello», pensò Vittorio. Lo stesso pensiero sfiorò anche Lucidio che però si convinse: «Qualcuno dovrà pur tirarlo…». Così, a malincuore, Sentimenti IV si presentò al dischetto del rigore, fissò negli occhi il sangue del suo sangue, Arnaldo, e lo trafisse: gol.
Sentimenti IV chiuse la carriera con 5 reti realizzate. Questa storia “sentimentale”, da sola, vale più della rete di Brignoli e delle prodezze analoghe dei colleghi Taibi (in Udinese-Reggina 1-1 del 2001) e Amelia (in Partizan-Livorno 1-1 di Europa League nel 2006). Il gol del portiere al fratello portiere è una storia alla Soriano, così come i 45 rigori trasformati dal “portiere cecchino”, il paraguayano José Luis Chilaverto le reti del recordman 129 gol (58 su rigore) del leggendario estremo difensore brasiliano del San Paolo, Rogerio Ceni. Ogni volta che un portiere segna, lì ricomincia la follia del calcio.