A te, il tributo a Dalla firmato Fiorella Mannoia da oggi nei negozi, è innanzitutto la storia di un’amicizia. Quella tra Lucio e Rosalba. Sì Rosalba, perché per l’omino piccolo così, "fiore" o "rosa" erano la stessa cosa e, una volta caduto nell’equivoco, non aveva voluto saperne di correggersi. Per quarant’anni. Così nella rubrica del telefonino, negli sms, nelle mail, Fiorella è rimasta «Rosalba Mannoia» fino all’ultimo. Se glielo ricordi, lei sgrana gli occhi azzurro-mare lasciando crepitare un «lui era fatto così» grondante divertita rassegnazione. «Quando è arrivata la notizia della sua morte stavo per partire in tournée» ricorda la cantante nel salotto della sua casa ai Parioli. «D’impulso mi sembrò giusto aggiungere
Cara al repertorio dello show. Ma è stato durante i trasferimenti da una città all’altra che, ascoltando tutti i dischi di Lucio, mi sono resa conto di conoscere quel repertorio molto più di quanto pensassi, senza bisogno o quasi di leggere i testi. È questa affezione che mi ha fatto pensare ad un album-tributo. D’altronde Lucio ha influenzato il mio modo di cantare e soprattutto di "rincorrere" le parole. Così ho pensato ad un album elegante, registrato in studio dal vivo con l’orchestra». L’orchestra è il Sesto Armonico e gli arrangiamenti sono di Pippo Caruso, Paolo Buonvino, Peppe Vessicchio, Marcello Sirignano e Stefano Zavattoni.
Ci sono pure Ron, che duetta "Felicità" e Alessandra Amoroso ne "La sera dei miracoli". Ron c’è perché in un disco del genere non poteva non esserci. Mentre la presenza di Alessandra è dovuta al fatto che Lucio aveva nei confronti dei talent show una grande curiosità e mi sembrava giusto, quindi, invitare pure una voce proveniente da quel mondo.
Qual è il brano che avrebbe voluto interpretare, ma non ce l’ha fatta?Due su tutti,
Futura e
Apriti cuore. Con dolore, infatti, ho dovuto prendere atto che non ci arrivo. Lucio aveva un’estensione vocale che forse l’orecchio inesperto non coglie, ma all’atto pratico esce fuori in tutta la sua forza.
In certi momenti questi nuovi arrangiamenti sembrano togliere alle canzoni di Dalla la loro cantabilità, per consegnarne la chiave interpretativa solo a lei. Il desiderio di dar vita ad un progetto molto intimo ed elegante mi ha spinto a pretendere arrangiamenti che cogliessero l’essenza delle canzoni, con riduzione dell’apporto ritmico rispetto alle versioni originali e della relativa allure pop.
Questo è un album da interprete pura. Perché oggi in Italia per le grandi cantanti è così difficile tenere a freno il proprio ego e scongiurare il rischio di trasformarsi in mediocri cantautrici?Ciascuno deve essere conscio dei propri limiti e io non ho mai inteso una limitazione il non scrivere o lo scrivere poco. So che la mia voce emoziona e non mi sento sminuita di essere, come dico in una canzone, solo fiato e parole. Anche perché ci sono brani che la gente ha scoperto proprio attraverso me e questo mi rende orgogliosa come se le avessi scritti personalmente.