giovedì 24 gennaio 2013
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​La parola commissariamento girava già da qualche tempo nei corridoi del Maggio musicale fiorentino. Due giorni fa, quando si è dimesso dal consiglio di amministrazione il rappresentante del governo Antonio Marotti, il segnale chiaro che la via era stata imboccata. Ieri la decisione del ministero per i Beni e le attività culturali che ha avviato le procedure amministrative per il commissariamento della fondazione lirica toscana. «L’avvio delle procedure per il commissariamento del Maggio musicale fiorentino – si legge in una nota diffusa dal MiBac – si è reso necessario in attuazione delle disposizioni previste dal decreto legislativo 367/96, considerata la situazione economica e patrimoniale dell’ente lirico». Le cifre, fornite dal teatro, parlano di una perdita di 8 milioni e 358mila euro nel 2010 e di 3 milioni e 339mila euro nel 2011, mentre il passivo previsto per il 2012 ad ora è pari a 1 milione e 500mila euro: per lo scorso anno ci si attendeva il pareggio di bilancio che, stando alle previsioni, dovrebbe invece arrivare nel 2013. «Il commissariamento è una gettata di acido in faccia e ci offende per la forma e per il contenuto» ha commentato, appresa la notizia, il sovrintendente del Maggio musicale, Francesca Colombo, alla guida dell’istituzione musicale del 2010. Conferenza stampa convocata in corsa con tanto di dossier sulla gestione della manager milanese per dire che «a un mese dalle elezioni penso di essere una vittima della politica». Aggancio che i partiti, specie in periodo di campagna elettorale, non si lasciano sfuggire con centrodestra e centrosinistra a rimpallarsi la responsabilità del fallimento della gestione del sovrintendente arruolato dal sindaco Matteo Renzi nelle sue vesti di presidente della fondazione del Maggio musicale fiorentino. Renzi che, proprio oggi, incontrerà a Roma il ministro Lorenzo Ornaghi: un incontro già in agenda, ma che alla luce dei fatti assume nuovi significati. Dopo lo sfogo Colombo difende il suo operato: «Abbiamo portato risultati artistici, atti gestionali, abbiamo messo strutturalmente il Maggio in pareggio. Mi chiedo perché il commissariamento arrivi adesso, mi pongo tanti perché e soprattutto mi chiedo cosa mi viene criticato». Da tempo la situazione della fondazione si profilava come critica tanto che a giugno Comune, Regione, Provincia e Maggio hanno siglato un accordo con i sindacati per far fronte a 45 esuberi: 35 lavoratori hanno scelto la strada dell’esodo volontario incentivato, per gli altri dieci a dicembre il sindaco ha firmato il licenziamento. A questo si aggiunge lo stallo nella costruzione del Nuovo Teatro dell’opera: aperto a fine 2011 doveva essere completato dopo un anno, ma la mancanza di fondi per 55 milioni di euro ha bloccato i lavori della torre scenica e ora si prevede il varo solo a metà 2014. Preoccupato per la situazione Zubin Mehta. «Spero che il commissario non capovolga tutto quello che Francesca Colombo ha fatto fino ad adesso. Ogni volta che noi abbiamo dovuto prendere una decisione di coraggio lei ha avuto il coraggio. Da adesso non so cosa succede» ha detto il direttore d’orchestra indiano che dal 1969 guida il Maggio musicale fiorentino. Per la fondazione è il secondo commissariamento in meno di dieci anni: da gennaio 2005 a marzo del 2006 a reggere le sorti del teatro fu chiamato Salvatore Nastasi, oggi ai vertice della Direzione generale per lo Spettacolo dal vivo del ministero per i Beni e le attività culturali. Per sapere chi guiderà ora il Maggio si dovranno attendere sette giorni, il tempo necessario per eventuali controdeduzioni.
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