Dopo l’impresa europea, il fallimento mondiale. L’Italia di Mancini resterà nella storia come la Nazionale senza mezze misure. Dagli altari alla polvere in meno di un anno: i playoff risultano fatali per la seconda volta consecutiva, come con la Svezia nel 2017. La Nord Macedonia vince 1-0 a tempo scaduto, quando tutti si aspettavano ormai i supplementari: sarà lei a sfidare il Portogallo martedì per un posto in Qatar. Agli azzurri non resta che piangere. «Siamo distrutti» sussurra capitan Chiellini alla fine.
Il nostro calcio, dopo aver conosciuto la sfolgorante gloria di Wembley, risprofonda nell’abisso. Da domani potrà partire il processo, la ricerca dei mali di un movimento in crisi. Ma la notte di Palermo serve solo per piangere sulle tante, troppe occasioni mancate. Non solo contro la modesta Nord Macedonia, contro cui è emersa una volta di più l’assenza di un vero uomo gol, ma in tutto il girone qualificatorio. Doveva essere una formalità, è stato un traumatico ritorno al passato.
Un epilogo amarissimo, che nessuno avrebbe immaginato. Non Palermo, che dà subito un bel segnale: all’inno macedone parte qualche becero fischio, subito sommerso da una marea di applausi. Solo brividi invece quando risuonano le note di Mameli: lo stadio intero (pieno al 100%, prima volta post pandemia) canta in coro insieme agli azzurri. L’Italia parte con il piglio giusto, dopo 3 minuti il tiro di Emerson sorvola la traversa. Copione scontato: i nostri in pressione costante, Nord Macedonia chiusa nel guscio. Ma appena l’entusiasmo iniziale evapora, le cose si complicano. Si fatica a far breccia in area, il portiere Dimi- trievski non corre chissà quali rischi. Immobile resta impigliato nella ragnatela rossa, perciò ci provano Berardi e Insigne a dare la scossa.
Proprio l’ala del Sassuolo fallisce il vantaggio alla mezz’ora, quando tira fiaccamente verso la porta rimasta spalancata dopo un errore dello sciagurato Dimitrievski. Poi è il napoletano a rendersi pericoloso con un bel sinistro deviato dal portiere. Gli azzurri riprendono slancio, ma rimbalzano puntualmente contro il muro avversario. Il primo tempo scorre invano, si va alla ripresa con un filo di inquietudine. I minuti corrono, l’ansia ingigantisce una Macedonia che quasi non ci crede di essere ancora in piedi dopo un’ora vissuta nell’angolo del ring. L’Italia cerca il colpo del ko senza riuscirci.
Ci prova Berardi a ripetizione, ma un po’ per sfortuna e un po’ per la mira infelice non trova il bersaglio. Mancini a bordo campo scuote la testa, gli azzurri ci mettono l’anima ma si ingarbugliano negli ultimi metri. Serve nuova linfa e allora dentro Raspadori per Insigne. Si entra nell’ultimo quarto d’ora con lo 0-0 ancora inchiodato. Il ct cambia il centrocampo: spazio a Tonali e Pellegrini, quasi a cercare un’idea nel cilindro. L’area avversaria diventa Fort Apache, la Nord Macedonia soffre ma resiste.
Mancini inserisce Chiellini e Joao Pedro, all’esordio, in vista dei supplementari. Ma l’extra time sfuma a tempo scaduto, quando si materializza il peggiore degli incubi. Il primo tiro in porta della Nord Macedonia, dopo 92 minuti, sorprende Donnarumma. Trajkovski lo fulmina da fuori area con un rasoterra maligno. Addio Qatar.