Da Roma alla Provenza. Dalle rive del Tevere a quelle del Rodano. Sono passati esattamente settecento anni dall’inizio di ciò che la tradizione avrebbe poi tramandato come la 'Cattività avignonese' (1309-1377). Da allora, sette secoli hanno aiutato a mettere in prospettiva una delle fasi più complesse e tormentate nella storia della Chiesa. E il celebre parallelismo di Petrarca fra gli anni francesi della curia e l’esilio ebraico nell’'empia Babilonia', testimonianza letteraria della ferita e del dolore avvertiti in tutta la cristianità all’epoca dei fatti, è da tempo arricchito da nuove e meditate riflessioni storiografiche. Le quali tendono a sottolineare sempre più il ruolo nodale del periodo avignonese, pur con le sue molteplici contraddizioni, nel quadro più vasto della perennità della Chiesa. È anche per meglio riflettere su questo passato in chiaroscuro che Avignone celebrerà l’anniversario attraverso un anno intero di eventi, inaugurato domani dall’arrivo in Provenza del cardinale Paul Poupard, designato da Benedetto XVI come proprio inviato speciale per l’occasione. Domenica, presso la storica cattedrale di Nostra Signora de’ Doms, il presidente emerito del Pontificio consiglio della Cultura celebrerà in mattinata una messa solenne portando ai fedeli il messaggio del papa. Nel pomeriggio, dopo un concerto musicato dall’organo dorato italiano della cattedrale, Poupard presiederà i vespri pontifici. L’imponente Palazzo dei Papi, divenuto negli ultimi decenni anche sede del più importante festival teatrale del mondo, resta agli occhi dei visitatori di Avignone come il luogo simbolo del periodo pontificio. Ma è ancor più l’adiacente cattedrale romanica di Nostra Signora de’ Doms a custodire in sommo grado sotto le proprie volte il senso profondo e religioso di quel Trecento avignonese, difficile 'secolo breve' per la Chiesa, ma anche fase tutt’altro che priva di importanti momenti spirituali e sviluppi ecclesiastici. Non è un caso se l’aura e sacralità del luogo conservano una qualità speciale per i pellegrini, ai quali si unì nel 1995 anche l’allora cardinale Joseph Ratzinger. È nella cattedrale avignonese che scelsero di essere sepolti due papi francesi, Giovanni XXII (12491334) e Benedetto XII (1285-1342), così come 159 presuli fra cardinali e arcivescovi. È qui che nel 1323 venne canonizzato san Tommaso d’Aquino, prima di essere proclamato due secoli dopo dottore della Chiesa. È ancora da qui che partì la prima solenne processione del Corpus Domini (nel 1317) e che la curia celebrò per la prima volta la festività della Santissima Trinità. Sempre nella cattedrale, sarà introdotto il culto di san Giuseppe e le campane pontificie di Nostra Signora de’ Dom, inoltre, saranno le prime a risuonare per l’Angelus serale in onore della Vergine. Al periodo avignonese risalgono anche importanti istituzioni ecclesiastiche come il tribunale della Sacra Rota. La presen- za dei papi trasformò Avignone nella seconda città di Francia e gran parte dei tesori custoditi ancor oggi dalla città risalgono a quei decenni. Eppure, la ricchezza di questi lasciti architettonici ed artistici non coincise con la rinuncia alla speranza di un rapido ritorno a Roma. Come attestato da numerosi documenti e narrazioni dell’epoca, furono frequenti le iniziative intraprese da quasi tutti i pontefici di Avignone per accelerare una normalizzazione della situazione. Ma i persistenti disordini che infuriavano a Roma e in Italia, già in gran parte all’origine della scelta di una nuova sede per la Curia, così come le logiche legate al complesso e conflittuale scacchiere politico europeo del tempo, scoraggiarono a più riprese l’agognato ritorno. In ordine cronologico, il primo dei papi della Cattività fu Clemente V (1264-1314), francese e già arcivescovo di Bordeaux. Maturò la scelta di Avignone anche perché il territorio della città era contiguo a un feudo pontificio, il Contado Venassino. Ma la decisione venne pure influenzata da ragioni diplomatiche, data la crisi violenta e ancora aperta che si era instaurata fra la Santa Sede e la dinastia regnante francese, retta da Filippo il Bello, durante il pontificato di Bonifacio VIII (1230-1303). Sarà Gregorio XI (1330-1378), in una fase storica già per molti aspetti nuova, a rientrare solennemente a Roma il 27 gennaio 1377. Da allora, nonostante il successivo e drammatico Scisma d’Occidente (1378-1417) caratterizzato dal tentativo di diverse potenze europee di forzare la permanenza di una dinastia pontificia 'concorrente' ad Avignone, la sede legittima della curia non avrebbe più abbandonato Roma. Papa Clemente V fa il suo ingresso ad Avignone (cartolina cromolitografica dedicata a papa Pio X, 1903)