Candido Cannavò, storico direttore del quotidiano "La Gazzetta dello sport", è morto domenica mattina a 78 anni in una clinica di Milano, dopo essere stato ricoverato il 19 febbraio per una emorragia cerebrale.Lo ha confermato la stessa clinica, precisando che il giornalista è morto alle 8.48 per un arresto cardio-circolatorio. "(Cannavò) questa notte ha avuto una grave crisi ipotensiva, con scompenso cardio-circolatorio e oscillazione dei parametri vitali", ha detto all'agenzia Reuters al telefono Daniela Bianchi, responsabile comunicazione della clinica.Il giornalista, secondo quanto riferito, era stato ricoverato nella clinica milanese lo scorso 19 febbraio per una gravissima emorragia celebrale ed era rimasto in terapia intensiva. "Cannavò era stato sottoposto ad esami che hanno confermato la gravità del quadro neurologico", ha precisato Bianchi.Il giornalista siciliano aveva guidato il più importante quotidiano sportivo italiano dal 1983 al 2002. Nonostante l'avanzata età collaborava ancora al giornale e si trovava in redazione quando nel primo pomeriggio di giovedì è stato colto da un malore, come dice il sito Internet della Gazzetta. Cannavò "ha raccontato con passione e acutamente divulgato i valori di lealtà e di competizione che hanno reso sempre più popolare il gioco del calcio e lo sport italiano", ha scritto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio in cui ha espresso la sua partecipazione al dolore della famiglia e al cordoglio del mondo dell'informazione e del più grande pubblico sportivo. Per volere della Federcalcio, in onore alla sua memoria sui campi di calcio di serie A e B è stato osservato oggi un minuto di silenzio.Dopo una prima camera ardente allestita presso la clinica Santa Rita fino alle 21.00 di ieri, la salma è stata trasferita stamattina alla sede Rcs di Milano, in via Solferino 26 (Sala Montanelli) dove è possibile rendere omaggio al giornalista scomparso dalle 9 del mattino.fino alle 21. Domani la camera ardente resterà aperta dalle 9 alle 13.30, per poi essere trasferita in sant'Ambrogio per i funerali.